mercoledì 10 marzo 2010

La differenza tra elettrostimolazioni e vibrazioni

Sino a qualche anno fa e in particolare nell'ultimo decennio del passato millennio, l'elettrostimolazione ha rappresentato un boom commerciale che pochi avrebbero potuto immaginare: l'Italia, a testimonianza della sua scarsa cultura motoria, è stato il paese europeo che ha registrato il maggior numero di vendite con un elevatissimo numero di aziende costruttrici e distributrici.
Poi, come se niente fosse accaduto, pian piano non se ne è più sentito parlare.
L'utilizzo dello stimolo elettrico collegato al muscolo è stato interpretato su vari fronti con esasperante intenzione speculativa: allo stato attuale, tale applicazione sembrerebbe proficua nei casi di allettamento, nelle immediate situazioni post-traumatiche e post operatorie al fine di evitare l'atrofia muscolare, o come massaggio per
riattivare la funzionalità di eventuali danneggiamenti tissutali.
Inoltre, per la completezza di informazione, va riferito l'effetto analgesico delle correnti di tipo TENS (Transcuteaneous Electrical Nerve Stimulation).
La situazione non risulta invece alquanto favorevole quando si deev parlare di risposte di tipo neuromuscolare legate soprattutto alla prestazione e alla corretta funzionalità buomeccanica muscolare.
Il rapporto elettrostimolazione/risposta muscolare, a differenza di quello vibrazione/risposta muscolare, è infatti sempre circoscritto ad una risposta locale che non prevede il coinvolgimento di un processo integrato con sollecitazione dei sistemi propriocettivi presenti a livello muscolare, tendineo, articolare e cutaneo.
Bisogna sottolineare la confusione fatta a proposito del tipo di reclutamento che si verrebbe a creare con stimolo elettrico: se cioè sono prima le fibre lente ST o quelle veloci FT a contrarsi, come verrebbe a realizzarsi in natura (Hennman, 1965) : Enoka, una delle più importanti figure nel campo della neurofisiologia del movimento, nel 1988 aveva criticato l'utilizzo di tali sistemi in atleti sani proprio perchè il reclutamento non rispettava i principi naturali di base.
Inoltre, deve essere considerato che ogni movimento umano è caratterizzato dalla regolazione degli interventi dei muscoli agonisti e di quelli antagonisti, cosa che non coincide con i sistemi di applicazione elettrostimolante che prevedono la contrazione dei soli muscoli agonisti: ne conseguirebbe una assenza di stimolazione del sistema propriocettivo a danno delle importanti funzioni della coordinazione intermuscolare.
Allo stesso modo non sembra che si venga infine ad attuare un fisiologico ciclo allungamento-accorciamento.
Lo stimolo vibratorio al contrario riesce a rispettare tutti i canoni neurofisiologici del movimento involontario, sottolineando anche una componente attiva nell'ambito dell'assorbimento di ossigeno durante la contrazione muscolare stessa.

Tratto da Vibrazioni, di Alfredo Stecchi, Elika 2007



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