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mercoledì 27 aprile 2011

La mente: limiti e potenziale nella pratica dello yoga

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La  mente  è  la  causa  della  dipendenza  dell’uomo dagli oggetti e, pertanto, è la causa della sua difficoltà nel cammino dell’autorealizzazione

La mente toglie all’uomo la libertà, perché si attacca agli oggetti sensuali attraverso i sensi e pensa costantemente agli stessi. Se la mente viene controllata, anche i sensi allora vengono controllati e così smette di pensare agli oggetti come a un’indispensabilità per la propria vita. 

Una delle abitudini della mente è divagare: la mente non può concentrarsi su un solo punto, perché è eterea. Tuttavia, grazie ad essenziali ed adeguati accorgimenti, la mente può essere controllata e anche dominata



E’ il desiderio che rende la mente inquieta: il desiderio è alimentato dai sensi sollecitati dagli oggetti e la mente segue i sensi proprio come il cane segue il padrone. 

L’antidoto a questa mente vagante è il controllo dei sensi, che porterà all’automatico controllo dei desideri e all’automatica pratica della concentrazione. All’inizio è importante portare ripetutamente la mente sullo stesso punto o oggetto, limitando i suoi movimenti a una piccola sfera. Verrà poi un tempo in cui la mente si concentrerà solo su un punto: ciò sarà il frutto di una pratica costante e prolungata, non turbata dall’attardarsi dei risultati concreti né fermata da uno stato di malattia. 

La serietà, la pazienza e la costanza condurranno al traguardo.

giovedì 7 aprile 2011

La finalità della vita nella filosofia dello Yoga


Cos’è la vita? 

E’ solamente l’atto dell’alimentarsi, di respirare, di digerire e di metabolizzare quello che è nel proprio organismo fisico o nell’economia della natura? 

La vita è solo pensare, pianificare e procreare oppure è la somma totale di tutti questi processi? 

Gli scienziati e i biologi hanno una concezione molto differente della vita rispetto ai filosofi e ai saggi Yogi.

 La vita può essere di due tipi: da una parte, la vita nella materia e, dall’altra, la vita dell’Essere Universale. I biologi e i fisiologi sostengono che la vita consista nel pensare, nell’avere sentimenti, nel fare conoscenze, nell’esercitare la volontà, nel digerire, nell’espellere, nella circolazione del sangue, nel respirare e in tutte le altre attività connesse a questi processi fisiologici. Questa qui descritta è una vita che finisce, che dà attaccamento, sofferenza, malattia, vecchiaia e altro. 

I saggi e Yogi che hanno realizzato in sé l’Io Supremo con la disciplina della mente e il controllo dei sensi, affermano, enfaticamente e senza ombra di dubbio, che soltanto una vita che trascenda i processi fisici e fisiologici dà la serenità dell’anima e la soddisfazione di una vita che non finisce, perché fondata sui valori della ricerca interiore, sempre viva nella Suprema Realtà. Questo non significa che si debba ignorare la vita sul piano fisico della materia, perché la materia e lo spirito sono un’unità come lo sono il caldo e il freddo, il fiore e la fragranza. Una vita sul piano fisico della materia è una preparazione alla vita nell’Unità Suprema. 

Il mondo è il migliore maestro dell’uomo mentre la Natura è la migliore direttrice di vita. Il messaggio del Gita e dello Yoga Vasishtha (testi sacri indù) è che l’uomo, attraverso la pratica del controllo della mente e dei sensi, deve raggiungere l’autorealizzazione stando nel mondo, pur senza identificarsi con il mondo stesso.

Scienza e Vedanta sono inseparabili. 

Come può un maestro dalla mente turbata guidare nella vita serena ed equilibrata i suoi allievi? 

La mente può ricevere insegnamenti soltanto quando questi provengono da menti radicate su basi stabili e piane, capaci d’influenzare altre menti con il potere della loro vita in sintonia con la Natura. Anche l’aspetto esteriore influenza molto lo stile di vita. È importante seguire la storia nel suo evolversi ma il punto di riflessione è sempre lo stesso: essere nell’equilibrio

Il mondo di oggi sembra non curarsi nella giusta misura di questo equilibrio, preferendo una vita basata sull’immagine esteriore, sui facili guadagni e sulle  tentazioni o di esagerata sobrietà, sulla base della (non realmente valida) convinzione che l’abito non faccia il monaco. I saggi, al contrario, affermano che “la tentazione fa l’uomo ladro” e invitano a non creare situazioni di tentazioni.

Secondo gli scienziati, il mondo è una massa di energia, la quale è anche la Suprema Potenza una e indivisibile. Gli scienziati esplorano il mondo fisico e trovano metodi esterni per studiare le forze fisiche della natura mentre gli psicologi sperimentano sul piano mentale e cercano di controllare le forze mentali. La psicologia è un ramo del Raja Yoga che studia appunto la mente e come controllarla. 

Uno studio approfondito delle osservazioni e delle rivelazioni della scienza porta l’uomo ad essere più vicino alla sorgente di tutte le sorgenti.
  • Chi dà il potere agli elettroni? 
  • Qual è la struttura di questi elettroni? 
  • Qual è il potere che combina le parti che compongono la materia? 
  • Chi ha messo in luce le leggi della natura? Dal momento che la natura è cieca, qual’è quell’intelligenza che muove la natura? 

Uno studio delle forze fisiche e delle leggi fisiche ed una comprensione delle forze e delle leggi mentali non sono sufficienti a rendere l’uomo perfetto, perché è necessario avere una conoscenza e una realizzazione del substrato di questi nomi di queste forme e di questi fenomeni fisici e mentali. Soltanto allora si potrà avere la reale conoscenza della materia nella sua unitarietà. 

Possono le invenzioni scientifiche rendere l’uomo realmente felice? 

Questa è la domanda delle domande. 

Che cosa ha fatto la scienza per l’uomo?  

Senza dubbio, essa ha aggiunto un fondo di conoscenza sul piano fisico. Tuttavia questa conoscenza è puro involucro, quando viene paragonata alla conoscenza dell’Io. Tutte le scienze sono fondate sulla conoscenza dell’Io. 

L’uomo è realmente felice ora?

Può il ventilatore elettrico o l’aeroplano o la radio dare all’uomo la pace di cui è assetato?  

Un grazie va certamente alla scienza e agli scienziati che lavorano intensamente e rigorosamente per anni per giungere a invenzioni e scoperte che diano agiatezze all’uomo. L’elettricità fa ogni sorta di lavoro: pompa acqua, cucina alimenti e porta l’uomo da una parte all’altra del mondo. La scienza ha reso i viaggi e le comunicazioni dell’uomo facili e rapidi. Ci sono, dunque, dei vantaggi, anche se non mancano gli svantaggi perché tutto ciò spinge l’uomo a una vita molto costosa e lussuosa. L’uomo perciò oggi è più insoddisfatto rispetto ad un tempo, perché un lusso odierno diventa un’abitudine o una “necessità” di domani

Molte persone oggi desiderano possedere un registratore o un computer o un altro strumento media tascabile, un cinema in casa, un’automobile per ciascun membro della famiglia e così via, poiché lo standard della vita moderna è divenuto molto alto. La gratificazione dei sensi sotto tutti gli aspetti, compreso quello riferito all’alimentazione, è divenuta la finalità della vita, senza eccezione per nessuna parte del mondo, con il naturale e facile scivolamento verso una vita deviata dalle leggi del Dharma (retta condotta). Tutto ciò è la conseguenza di una vita lussuosa proveniente dai prodotti delle invenzioni e della civiltà materialistica in cui è immerso l’uomo oggi. 
Da dove prendere la moneta? 

Naturalmente dal ricorso a mezzi e modi distorti dalla vita di servizio e dalla considerazione delle esigenze dell’altro che magari vive in condizioni di precarietà e non può procurarsi il denaro con la stessa rapidità.

C’è un sistema per migliorare questo stato di vita? 

I saggi assicurano di sì, suggerendo di:  ritornare alla natura e alla vita semplice e ai pensieri elevati rivolti alla discriminazione di ciò che è realmente essenziale per la vita e ciò che è bene trascurare: vivere una vita semplice, vestire abiti semplici, prendere alimenti semplici, cercare di soddisfare le esigenze della propria e della famiglia da soli, senza demandare agli altri; ridurre le necessità, per limitarle ai reali bisogni materiali e psichici o emotivi. Così facendo, l’uomo potrà riguadagnare la soddisfazione della vita. Questa è la chiave della vita. Questa è la finalità della vita. Questa non è una digressione della vita ma un momento di riflessione, per capire quanto sia importante la discriminazione tra l’essenziale e il superfluo. Questa discriminazione non può dare sofferenza a nessuno ma solo successo e felicità a tutti.

Che cosa è il successo? 

E’ una prosperità materiale, il cercare di avere tante ricchezze in questo mondo e avere figli oppure è altro? 

Il successo può essere di due tipi: il successo del mondo e il successo della vita interiore. Se si hanno buone circostanze di vita, se si ha ogni cosa che questo mondo può dare, allora si ha il successo del mondo. Ma il successo da solo non può essere sufficiente, perché questo mondo è imperfetto. Per avere successo completo o perfetto, é necessario avere successo anche nell’equilibrio della vita interiore. Il successo come prosperità materiale, se viene trasceso e visto nella misura del servizio a sé e al proprio simile nel rispetto dell’equilibrio dell’ambiente, può dare gratificazione nella vita. A questo proposito é importante praticare Yoga: una piccola pratica giornaliera per esercitarsi nell’atteggiamento di questa trascendenza è più efficace di lunghi tempi di studio e di teoria. Si comprende che questa disciplina di vita non è facile, specialmente oggi che sembra scontato che il mondo debba dare all’uomo tutto quello che ha e ogni giorno di più, per cui in massa si segue il cammino di più alte agiatezze materiali. Il singolo che vuole fermarsi a riflettere su dove porta questa corsa rimane travolto non solo dalla massa fisica della gente ma da quella psichica personale. In lui nascono dubbi e timori di rimanere indietro come un fallito della vita, come un perdente nella rosa della realizzazione; egli teme di non essere capace di garantire benessere alla famiglia e di non essere un buon punto di riferimento per la stessa. Tutto questo turbamento è comprensibile ma una mente stabile, con un forte controllo, si aggancia ai suoi principi di vita retta e prosegue il suo cammino certo del successo finale. Questa è la chiave della vita per ogni uomo.

Testi e DVD

Yoga base


Yoga per tutti


Yoga per la schiena


La filosofia dello Yoga nella didattica interdisciplinare


Yoga ed educazione fisica


giovedì 24 marzo 2011

Fare i lavori domestici prevenendo il mal di schiena

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I lavori domestici impongono alla colonna vertebrale posture scorrette, flessioni, estensioni e torsioni del tronco e, conseguentemente, l’eventuale comparsa di dolore.
Per raccogliere oggetti da terra o rifare il letto occorre piegarsi sulle gambe e tenere un ginocchio appoggiato al pavimento, in modo da non costringere il busto a flettersi in avanti.
Cucinare, stirare, lavare i piatti sono attività particolarmente faticose, in quanto bisogna mantenere a lungo la posizione eretta statica con il busto curvo in avanti; per questo motivo occorre posare un piede su un rialzo in modo tale da evitare l’accentuarsi della lordosi lombare.
Anche operazioni apparentemente semplici come caricare o svuotare la lavastoviglie possono nascondere pericolose insidie; infatti, chi sciacqua piatti e bicchieri prima di introdurli nell’elettrodomestico spesso lava e ripone un oggetto per volta nella lavastoviglie, eseguendo una flessione associata a una torsione del busto, un’accoppiata vincente nel provocare dolore lombare. 


Anche chi deve introdurre o togliere i panni dalla lavatrice è spesso obbligato a fare contorsionismi.
Per pulire i pavimenti è preferibile fare uso di scope, spazzoloni e lucidatrici dotati di un manico sufficientemente lungo e possibilmente regolabile per limitare le flessioni del dorso. 
Per riporre gli oggetti in alto o la biancheria nei ripiani alti degli armadi, per lavare i vetri, ecc., è bene non inarcare la zona lombare ma servirsi di scale e sgabelli.


Anche stendere il bucato è pericoloso per la colonna, poiché i muscoli lombari devono sopportare il peso elevato delle lenzuola bagnate in uno stato di equilibrio precario, dato che spesso si pongono le lenzuola ad asciugare sull’ultimo filo, verso l’esterno. Per ovviare a questo inconveniente è necessario piegare le ginocchia e appoggiare le cosce alla ringhiera.
La stessa posizione è consigliata per sbattere i tappeti.
Infine, per portare le borse della spesa conviene distribuire equamente il carico, servendosi di ambedue le braccia durante il trasporto, in modo da non causare sbilanciamenti alla struttura muscolare del corpo.
Nel caso si tratti di pacchi, è meglio mantenere il peso il più vicino possibile al corpo per non inarcare eccessivamente la zona lombare.

Claudio Corno

elika.it - Vincere il mal di schiena

elika.it - Vincere il mal di schiena


martedì 15 dicembre 2009

ELEMENTI DI BASE DELLO YOGA

L’uomo desidera la felicità. Egli rifugge dal dolore e, pertanto, fa ogni sforzo per ottenere la felicità; tuttavia, egli rimane intrappolato dall’immagine offertagli dai mass media, i quali lo trascinano sempre più nella rete degli oggetti esterni che non hanno alcun briciolo di quella felicità che egli sta rincorrendo. Il raggiungimento della felicità è compreso negli elementi di base dello Yoga, i quali contemplano la fiducia in sé stessi, la disciplina a formarsi opinioni personali, l’esercitazione all’autocontrollo e al dominio su sé stessi.

Questa disciplina soltanto porterà alla felicità interiore, la quale nascerà dalla consapevolezza che un centesimo di piacere è mescolato con tanti centesimi di dolore e che quello che è piacere per uno può essere dolore per un altro come accade, ad esempio, con il latte che, da alcuni, è ben tollerato mentre ad altri provoca reazioni allergiche.
Per avallare questa tesi con una particolare riflessione sulla vita, a questa voce di saggi scienziati Yogi si unisce anche la voce della saggezza del mondo semplice, senza alcuna cultura libresca, secondo cui la vita è come la rosa. La rosa ha lo stelo tutto cosparso di spine; anche le foglie hanno le spine e soltanto alla fine c’è il bocciolo, la rosa, che tanto bella appare e tanta gioia dà ma che allo stesso tempo punge con l’una e/o l’altra spina. La bellezza e la durata della rosa sono brevi; rimangono le spine anche a stelo e foglie secche. Affinché la rosa sia viva permanentemente e le spine non pungano, è necessario guardare al di là del congiunto fisico. Lo stesso vale per la vita: la vita punge da ogni parte e a tempo inaspettato e le gioie sono poche, oltre che passeggere.

Stefano Roca


Stefano Roca

La Filosofia dello Yoga nella Didattica Interdisciplinare

Elika Editrice

ISBN: 8887162913

Prezzo € 13,00




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