giovedì 31 marzo 2011

L'Osteopatia... cos'è?

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L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, ect..) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraversomanipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la  prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano l'apparato neuro-muscolo-scheletrico.Inoltre a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l'osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all'individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.


Dal "World Osteopathic Health Organization" (WOHO):
 L'osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento.Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla tendenza intrinseca del corpo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.I dolori accusati dai pazienti risultano da una relazione reciproca tra i componenti muscolo-scheletrici e quelli viscerali di una malattia o di uno sforzo.

I principi dell’osteopatia:

Unità del corpo
Come metodologia olistica (dal greco olos=tutto) l'osteopatia considera l'individuo nella sua globalità: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell'intera struttura, dunque, l'equilibrio psicofisico e il benessere.
Relazione tra struttura e funzione
 Un corretto equilibrio tra struttura e funzione regala al nostro corpo una sensazione di benessere. Qualora tale equilibrio venga alterato (a causa di un trauma per esempio) si parla di disfunzione osteopatica, ossia di una restrizione di mobilità e perdita di movimento in una parte del nostro corpo (ossa, muscoli, organi, etc..).
Autoguarigione
 In osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello favorire la capacità innata del corpo ad auto curarsi.

Le tecniche osteopatiche:

Il trattamento osteopatico si avvale di innumerevoli metodidi applicazione e tecniche di trattamento. Gli osteopati le utilizzano indifferentemente in funzione delle necessità terapeutiche, pertanto tale classificazione è puramente indicativa.

Tecniche strutturali
 La tecniche strutturali sono definite tali poiché ristabiliscono la mobilità della struttura ossea.La specificità e la rapidità delle manipolazione consente il recupero della mobilità articolare. Hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata.

Tecniche craniali
 Le tecniche craniali agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio, ristabilendone il normale “meccanismo respiratorio primario”, ossia quella combinazione di parti ossee, legamentose, muscolari, e fasciali che consentono il riequilibrio e l’armonia delle funzioni craniosacrali. Con queste tecniche si agisce in particolare sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno.

Le tecniche viscerali
 I visceri si muovono in modo specifico sotto l'influenza della pressione diaframmatica. Questa dinamica viscerale può essere modificata (restrizione di mobilità) o scomparire. Applicando una tecnica specifica, l’osteopatia permette all'organo di trovare la sua fisiologia naturale ed i disordini legati alla restrizione di mobilità saranno così corretti. Inoltre esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica; una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa. Si possono trovare, in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell'utero. Il trattamento osteopatico mira, con tecniche indirette attraverso l'addome ed il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.

Quando e dove nasce?

La pratica della medicina osteopatica iniziò negli Stati Uniti nel 1874. Il termine "osteopatia" fu coniato dal dottor Andrew Taylor Still, un medico con formazione allopatica nato nel1828 nello stato della Virginia. Still viveva in Kansas, vicino a Baldwin City, ai tempi della guerra civile americana, e proprio qui sviluppò la pratica dell'osteopatia. Still imparò da apprendista, come accadeva per molti dei medici del tempo, e fu assunto come dottore di guerra nell'esercito degli Stati Uniti durante la guerra civile. Gli orrori delle ferite nei campi da battaglia e la successiva morte della moglie e di diversi bambini a causa di malattie infettive lo lasciarono completamente disilluso riguardo la pratica tradizionale della medicina. Still sentiva le pratiche mediche del suo tempo come inefficaci, addirittura barbare. Preoccupato da ciò che lui vedeva come problemi all'interno della professione medica, Still fondò la pratica osteopatica. Usando un approccio filosofico alternativo, si oppose all'uso delle droghe e della chirurgia come rimedi, riservandone l'uso ai casi in cui fossero l'unica cura conosciuta per una certa condizione, come un antidoto lo è per un veleno o l'amputazione per una cancrena. Riteneva il corpo umano capace di curarsi da sé, e che il compito del medico fosse quello di rimuovere ogni impedimento alle normali funzioni di ogni individuo. Promuoveva uno stile di vita e un'alimentazione salutare, astinenza da alcool e droghe, e usava tecniche manipolative per migliorare le funzioni fisiologiche.

Andrea Gasperoni Ferri 

Per approfondire:

 http://www.cresonline.it/http://www.registro-osteopati-italia.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Osteopatia
http://www.tuttosteopatia.it/

lunedì 28 marzo 2011

K-Spine la novità per lo step

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Letteralmente “Il correttore di spina dorsale”, è uno degli attrezzi più in voga nelle esercitazioni di pilates per via degli entusiasmanti risultati nell’attivazione dei muscoli della colonna vertebrale e nella ridefinizione degli assetti posturali di persone che vogliono eliminare i fastidiosi dolori di schiena e gli atteggiamenti scorretti.




Quello della K-Well è qualcosa di più di un elegante spine corrector in ecopelle bordeaux dotato di una fascia in velcro per il fissaggio sullo step.  La curvatura fisiologica e l’alta densità del materiale interno consentono l’esecuzione di esercizi in grado di migliorare la mobilità articolare, l’elasticità e la forza muscolare, garantendo ottimi risultati funzionali ed estetici.
Quattro punti di aggancio per bande elastiche ed elastici di resistenza lo rendono un autentico e multiforme attrezzo su cui applicare i principi del pilates adattando alcuni degli esercizi classici del reformer.



 
• Dimensioni: 920 x 320 x 210/330 mm
• Rivestimento di serie: ecopelle bordeaux
• Imbottitura in speciale materiale ad alta densità
• Lavabile
• 7 punti di attacco per bande ed elastici
• Speciale aggancio in velcro per step
• Possibilità di personalizzazione
• Prezzo di listino Italia al pubblico 169,00 €




Aquista su SPAZIOFITNESS

venerdì 25 marzo 2011

Fireproofing Fitness: accendi il fuoco del risultato!



Sai quali sono le tendenze più attuali nel mondo del fitness e della forma fisica?
 
Sicuramente sta passando di moda trascorrere tanto tempo in palestra a chiacchierare con gli amici per accorgersi che dopo qualche mese il giro vita è rimasto tale e quale.

Forse cominciamo a comprendere che non esistono formule facili o prodotti miracolosi per avere un corpo in forma.

Le tre parole magiche sono imparare, impegnarsi e fare. Valgono nella vita per qualsiasi velleità di successo e valgono, naturalmente, anche per la forma fisica.

Le persone l’hanno capito e per questo i corsi che contano il maggior numero di nuovi iscritti sono quelli in cui la fatica non è un optional come:

1)    il “boot camp” che s’ispira all’allenamento dei marines sfruttando la forza di volontà e lo spirito di gruppo;

2)     il “functional training”, basato sul controllo del corpo nello spazio con ricorso ad elevate capacità stabilizzanti e adattative, attraverso sollecitazioni simili a quelle degli specifici contesti lavorativi o sportivi;

3)     il “kettlebell training”: una tradizionale ed efficace disciplina degli strongman sovietici che consiste in una serie di tecnicissimi movimenti da effettuare con una specie di palla di cannone con maniglia, il Kettlebell.

L’altro giorno parlando con l’amico Andrea, Life Coach e responsabile dell'A.S.D. MuoviMente ho scoperto un nuovissimo e coinvolgente programma di fitness all'aperto con l'obiettivo di guidare, in 7 settimane, i partecipanti a rimettersi in forma, divertendosi, e a sviluppare quella determinazione e quella motivazione che li accompagnerà fino al risultato stabilito:

Il Fireproofing Fitness.
 
  
Un allenamento di gruppo completamente ispirato alla preparazione fisica e all'addestramento dei Firefighters statunitensi (vigili del fuoco) .

Si tratta di 14 sessioni di circa un'ora in un percorso "coaching based" focalizzato sull'obiettivo e sulla valorizzazione di quelle risorse che ogni partecipante potrà scoprire o riscoprire in sè.

Tre i punti fermi caratterizzano questo corso: disciplina, determinazione, divertimento.

In fondo ritorniamo alle tre parole magiche del successo:

-         disciplina … per imparare;

-         determinazione … sinonimo di impegno;

-         divertimento… il modo migliore per agire.


"Nel momento della verità o si raggiunge
 l'obiettivo o si accampano scuse" - Chuck Yager

Per informazioni:  www.muovimente.org

giovedì 24 marzo 2011

Fare i lavori domestici prevenendo il mal di schiena

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I lavori domestici impongono alla colonna vertebrale posture scorrette, flessioni, estensioni e torsioni del tronco e, conseguentemente, l’eventuale comparsa di dolore.
Per raccogliere oggetti da terra o rifare il letto occorre piegarsi sulle gambe e tenere un ginocchio appoggiato al pavimento, in modo da non costringere il busto a flettersi in avanti.
Cucinare, stirare, lavare i piatti sono attività particolarmente faticose, in quanto bisogna mantenere a lungo la posizione eretta statica con il busto curvo in avanti; per questo motivo occorre posare un piede su un rialzo in modo tale da evitare l’accentuarsi della lordosi lombare.
Anche operazioni apparentemente semplici come caricare o svuotare la lavastoviglie possono nascondere pericolose insidie; infatti, chi sciacqua piatti e bicchieri prima di introdurli nell’elettrodomestico spesso lava e ripone un oggetto per volta nella lavastoviglie, eseguendo una flessione associata a una torsione del busto, un’accoppiata vincente nel provocare dolore lombare. 


Anche chi deve introdurre o togliere i panni dalla lavatrice è spesso obbligato a fare contorsionismi.
Per pulire i pavimenti è preferibile fare uso di scope, spazzoloni e lucidatrici dotati di un manico sufficientemente lungo e possibilmente regolabile per limitare le flessioni del dorso. 
Per riporre gli oggetti in alto o la biancheria nei ripiani alti degli armadi, per lavare i vetri, ecc., è bene non inarcare la zona lombare ma servirsi di scale e sgabelli.


Anche stendere il bucato è pericoloso per la colonna, poiché i muscoli lombari devono sopportare il peso elevato delle lenzuola bagnate in uno stato di equilibrio precario, dato che spesso si pongono le lenzuola ad asciugare sull’ultimo filo, verso l’esterno. Per ovviare a questo inconveniente è necessario piegare le ginocchia e appoggiare le cosce alla ringhiera.
La stessa posizione è consigliata per sbattere i tappeti.
Infine, per portare le borse della spesa conviene distribuire equamente il carico, servendosi di ambedue le braccia durante il trasporto, in modo da non causare sbilanciamenti alla struttura muscolare del corpo.
Nel caso si tratti di pacchi, è meglio mantenere il peso il più vicino possibile al corpo per non inarcare eccessivamente la zona lombare.

Claudio Corno

elika.it - Vincere il mal di schiena

elika.it - Vincere il mal di schiena


mercoledì 23 marzo 2011

Anatomia dell'esercizio fisico... il libro per l'allenamento!

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Che cosa accade al corpo mentre ci si allena?

Quali sono i muscoli sollecitati e in quali movimenti? 

L’autore mostra con precisione come lavora il corpo in palestra. Tutti gli esercizi sono spiegati con chiarezza e arricchiti da fotografie a colori e schede anatomiche dettagliate, con l’indicazione dei muscoli coinvolti. Organizzato in sezioni e corredato di un glossario e un pratico indice illustrato, Anatomia dell’esercizio fisico propone un’analisi approfondita del corpo e del suo allenamento.




L'autore:
Pat Manocchia è fondatore e direttore del Centro di Medicina Preventiva La Palestra di New York. Considerato uno dei maggiori esperti nel campo della salute e del fitness, è il pioniere dell’integrazione di esercizio fisico e medicina.
 Francesco Perticari



Anatomia dell'esercizio fisico

lunedì 21 marzo 2011

INTRODUZIONE AL KETTLEBELL TRAINING

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Il kettlebell, o Girya o Girevoy è un attrezzo di origine slava. Assomiglia ad un incrocio tra una caffettiera e una campana.
O più semplicemente ad una palla di cannone con un manico e fondo piatto.
I maestri di kettlebell vengono chiamati “girevik”, che significa “uomo kettlebell”.
Questo perché l’utilizzo del kettlebell e le sue applicazioni diventano un vero e proprio stile di vita.
Il peso dei kettlebell viene misurato in ”pood”, vecchia unità di misura russa che equivale a 16 kg di peso; 1,5 pood equivalgono a 24 kg; 2
pood a 32 kg.
Le competizioni di kettlebell affondano le radici nella tradizione russa. Giusto per dare un’idea, la categoria ragazzi e ragazze, gareggia con girye di 1 pood (16 kg!); il che ci fa capire l’impressionante prestanza e resistenza fisica che queste popolazioni hanno quasi come da DNA.
Tanti esempi ci vengono tramandati dal passato.
Il lottatore Ivan Poddubny a fine 800’ primi del 900’ si allenava esclusivamente con i kettlebell, si fece persino fabbricare un bastone da passeggio di 1 pood di peso(16 kg!).
Moor Znamensky altro lottatore, faceva la verticale su due kettle’s da 32 kg ed eseguiva un colpo di reni per rimettersi in piedi sempre mantenendo sollevati i due attrezzi e portandoli sopra la testa.
Yuri Vlasov si allenava con kettlebell di 56 kg!
Pavel Tsatsouline, ex istruttore degli speznasz russi e Kettlebell Master of Sport, con un peso di 80 kg solleva e fa girare a destra e a manca girye da 32 kg senza sforzo apparente.
I kettlebell vengono attualmente utilizzati per incrementare forza e
prestazione atletica dalle forze speciali sovietiche, gli “spetznaz”.
Sempre più discipline sportive stanno utilizzando questo attrezzo come base della preparazione con risultati a dir poco eclatanti.
Voropayev nel 1983 osservò due gruppi di atleti per un periodo di alcuni anni. 
Come test furono utilizzati esercizi standard delle forze armate: sbarra, salti verticali, scatti, corsa su media distanza.
Il gruppo di controllo eseguiva un programma di allenamento tipico per queste discipline; il gruppo di studio si allenava esclusivamente con i kettlebell.
Al termine il gruppo di studio superò gli atleti del gruppo di controllo in tutti gli esercizi.
Vinogradov e Lukyanov nel 1986 evidenziarono una correlazione tra il totale con i kettlebell e diversi test di forza. Tutti i lottatori dell’est utilizzano il lavoro con i kettlebell per incrementare la forza della catena estensoria dell’anca e della fascia addominale e la forza del blocco dita, mani, avambracci.
A questo proposito, molte discipline sportive passano dal blocco avambraccio - polso che funzionalmente è esattamente un' unità.
Allo stesso modo avere e spalle rilassate è fondamentale per trasmettere con fluidità forza e potenza dalla parte inferiore alla parte superiore del corpo.
Ricordo anche qui come l’articolazione scapolo – omerale sia un trasduttore di forze, esattamente come uno snodo ferroviario. 
Forze che provengono dalle articolazioni inferiori (dalle anche in particolar
modo).
Esercizi come windmill, bent press, snatch, turkish get up tanto per fare qualche esempio, rinforzano la spalla in un ampio range of motion, rendendola più forte e meno esposta ad infortuni.
Una facile constatazione: sollevare kettlebell è uno dei migliori modi per incrementare le proprie performance prestative, anche senza allenamento specifico.
Addirittura semplicemente sollevare i kettlebell, slanciarli, farli oscillare ripetutamente per piu’ serie o in circuito, porterà a miglioramenti prestativi.
La forza e la durata sono le basi dei sollevamenti con i kettlebell; la loro combinazione ha portato ad una nuova definizione: la forza di durata o work capacity.
I benefici dell’allenamento con i Kettlebells sono numerosi e diversi:
  • - condizionamento fisico per tutto il corpo
  • - lavoro su lunghe catene cinematiche: si allenano gesti, non solo muscoli
  • - grandi risultati anche con poco tempo di allenamento
  • - incrementa la resistenza organica agli infortuni
  • - lavoro contemporaneo su tutti i sistemi energetici (aerobici e anaerobici)
  • - incrementa la mobilità e la flessibilità articolare
  • - incrementa la forza
  • - incrementa (con lavoro specifico) la massa muscolare
  • - rinforzo della catena estensoria dell’anca
  • - innalza la performance in qualsiasi sport e la funzionalità
  • - migliora la stessa vita di relazione
  • - migliora i sistemi cardio – vascolare e cardio – respiratorio
Spero con questa introduzione di avervi almeno incuriosito.
Vi invito a provare il kettlebell training, ad entrare dentro questa splendida disciplina facendone uno stile di vita.

Guido Bruscia



Kettlebell, l'attrezzo che ha cambiato l'allenamento





Chi è il Personal Trainer

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Chi è il personal trainer? 


L’immaginario collettivo, spesso alimentato dai media, tende a identificarlo, a seconda dei casi: con una montagna di muscoli in perfetta forma fisica; con un ex-atleta o un atleta a fine carriera; con un istruttore di lusso disponibile solo a pochi abbienti dalle competenze estremamente variegate. Al di là delle varie idee, più o meno corrette, che si possono venire a creare, chi è realmente il personal trainer?
 
Il personal trainer è un professionista altamente qualificato

Altamente qualificato in che cosa? In tutte quelle tecniche/metodiche relative all’attività motoria che consentono di seguire in maniera soddisfacente ed efficace un cliente in un rapporto “one to one”, oppure contestualmente a piccoli gruppi di lavoro. Le discipline generalmente considerate “di base” sono quelle che gravitano intorno all’universo fitness e wellness, anche se nulla vieta di proporre discipline quali ginnastica posturale, arti marziali o allenamenti riferiti a sport specifici. A prescindere dalla tipologia di servizio che si intende offrire, il punto fondamentale da tenere in considerazione è che

Il personal trainer, in qualità di professionista, deve avere seguito un percorso formativo specifico e accreditato.

Specifico in quanto inerente al tipo di servizio offerto, accreditato in quanto deve essere effettuato elettivamente in ambito universitario o quantomeno, per quanto riguarda l’Italia, nel circuito formativo del CONI o degli enti a esso correlati (FederCONI). Ovviamente, maggiori saranno le competenze acquisite grazie alla formazione, maggiore sarà l’offerta dei servizi presentabile con successo ai propri clienti, sviluppando un bacino di utenza di ampiezza proporzionale al grado di formazione raggiunto. 

Alexander Bertuccioli 



Come diventare Personal Trainer