E' da circa un anno che non scrivo su questo blog, dedicato al fitness, all'allenamento, 
a chi si vuole allenare e a chi a deciso di 
far star bene gli altri per professione.
Tutti argomenti che ruotano attorno al mio lavoro.
Nell'anno passato sono successe molte cose fuori dalle ovattate pareti del mio mondo social fra le quali un 
CAMBIAMENTO che, come tale e per il fatto di essere autentico, ha stravolto molte delle  comodità mettendomi di fronte a nuovi modi di affrontare l'approccio al lavoro, nuovi stimoli e contemporaneamente nuove impreviste difficoltà. D'altronde 
l'esplorazione è tanto più vera e prestigiosa quanto più grandi i rischi da correre nell'affrontarla. Come scriveva in una antesignana ricerca di personale il mitico esploratore 
Sir Shackleton:
Cerchiamo uomini per viaggio pericoloso.Salario basso, freddo pungente, lunghi mesi di buio totale, costante pericolo. Ritorno incerto. Onori e riconoscimenti in caso di successo.
Così se Shackleton, reduce da un'esplorazione fallita per non aver trovato 
il passaggio a nord-ovest ma con la gioia e l'onore di aver portato a casa la pelle sua e di tutti i suoi uomini, avrà affrontato il mondo con occhi diversi, anch'io il 
FIBO 2018 l'ho visto con  occhi nuovi, occhi stranamente meno stupiti di un anno fa, meno affascinati e con un grado di consapevolezza in più e di visione allargata.
Ecco una sintesi in 3 punti di quello che ho visto.
PUNTO UNO L'evoluzione del 
Fuctional Training
L'allenamento funzionale ha raggiunto la maturità. Per quanto vi siano ampi spazi per questo segmento, che per sua natura è caratterizzato da un alto grado di interpretazione da parte di aziende e operatori, ho visto con piacere lo sforzo dei 
brand di settore nel tentare di personalizzare la proposta funzionale. Finiti i tempi dei 
Rig tutti uguali contornati da 
bumber plates più o  meno colorati. La corsa all'oro verso il 
simil-crossfit forse è finita.
Il Crossfit ha la sua collocazione come disciplina sportivo-agonistica volta a trovare l'
eletto, il 
predestinato: l'
uomo più forte del mondo (ma anche agile, veloce, adattabile a stimoli motori imprevedibili e non preconfezionati). 
Una disciplina per alcuni ma non per tutti, questo si è capito. Il Crossfit è una via 
destinata a persistere ma non è la strada dell'evoluzione del 
Functional Training.
PUNTO DUE Ciò che vuole la gente
L'ex 
popolo del fitness ha bisogno di 
qualità al posto del consumato approccio divertente ed edonistico del passato. Il termine 
qualità rappresenta una nominalizzazione troppo generica, un termine dietro il quale spesso si nascondono 
giudizi sommari e poco costruttivi, perciò approfondisco questo punto.
Le persone cercano 
allenamenti efficaci che possano portare loro 
risultati evidenti non solo un modo per lenire il senso di colpa di una vita sempre meno attiva e sedentaria.
Vorrebbero avere muscoli tonici e forti e occorre dare loro 
forza integrata, chiedono flessibilità ed è necessario fare sentire loro i risultati dell'allenamento sulle 
catene cinetiche.
Vogliono soprattutto poter accedere al loro 
sogno di gloria sportivo: una 
maratona, una gara di 
triathlon, una
 Obstacle Course Race o semplicemente una gita di tre giorni in bici con il figlio adolescente. Nel quotidiano, dal punto di vista fisico, amano superare la media dei coetanei e vogliono poterlo fare 
preservando il corpo da infortuni e spiacevoli effetti collaterali tipici degli sport agonistici o troppo spinti come il Crossfit.
Vogliono 
qualità a tutti i livelli, non solo nell'aspetto tecnico del preparatore ma in quello del livello di preparazione nella comunicazione, nell'organizzazione, dell'accoglienza degli spazi e dell'adeguata attenzione da parte di tutto il personale della struttura alla quale si rivolgono. Se è vero che questo è ciò che vogliono le persone ora gli elementi per porglieli offrire ci sono e questo si è visto al 
FIBO 2018: un'offerta polverizzata, differenziata nella quale puoi trovare un mix di elementi molto interessante ma nella quale il vero responsabile del risultato finale è l'operatore-imprenditore a cui si demanda la scelta degli ingredienti per ottenere un 
prodotto unico e soprattutto 
inpiattato in maniera magistrale.
PUNTO TRE Semplicità e tecnologia
Quella di tendere ad 
un uso sempre più diffuso della tecnologia negli attrezzi del fitness è un aspetto che, anche quest'anno, conferma un ruolo da protagonista nel più rappresentativo evento espositivo  mondiale del nostro settore. La forbice si allarga rendendo complicato l'orientamento degli imprenditori nella ricerca del modello di 
centro fitness del futuro. Da una parte il dilagante uso dei 
fitness tracker e la tendenza alla 
digitalizzazione di cui ho visto l'espressione più entusiasmante nello stand 
Technogym alla presentazione del 
Biocircuit: una proposta ideale sia per l'alta performance sia per la signora Maria. Il giusto connubio fra la precisa ricerca e varietà di stimolo muscolare per ogni disciplina e la possibilità di rendere 
facilmente fruibile a tutti un modo di allenarsi altamente scientifico e contemporaneamente estremamente pratico.
L'estremo opposto alla tecnologia è rappresentato dal 
ritorno alla semplicità, all'
uso del solo corpo per allenarsi, un estremo che richiede solo punti di appoggio, barre e attacchi per potersi appendere o collocare 
piccoli attrezzi ed elastici. 
Corpo e piccoli attrezzi contro tecnologia e grandi investimenti.
La vera scommessa per gli 
imprenditori del futuro forse sarà chiudere la forbice attraverso l'unico strumento che può realizzare il miracolo: 
il marketing strategico e i suoi strumenti come il 
posizionamento, il 
branding e l'
organizzazione aziendale integrata alla comunicazione.
La competenza rappresenta il segreto di ogni successo.
Buon lavoro operatori del settore, il futuro è alle porte... e è nelle vostre mani.
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