martedì 10 maggio 2011

Esercizio Test sull'efficacia dell'allenamento con pedana vibrante


Per cominciare a vedere oggettivamente e toccare con mano i primi risultati concreti dell’allenamento su pedanan vibrante occorre effettuare almeno 10-20 sedute. Esiste, però, un metodo per misurare gli straordinari effetti della vibrazione anche solo dopo un esercizio di 40-50 secondi. 

Prima di eseguire l’esercizio effettuare il seguente test di allungamento.

  • Posizionarsi su un apposito gradino di circa 30-40 cm. e lentamente flettere il busto in avanti mantenendo le gambe tese, cercando di portare le dita delle mani più in basso possibile. Successivamente misurare i centimetri al di sopra o al di sotto del piano d’appoggio dei piedi e annotarsi il dato.

Esercizio Test

Posizionarsi in completa accosciata al centro della pedana vibrante. Impostare la frequenza a 30 hz e il tempo di lavoro a 40-50 secondi. Accendere la pedana ed estendere molto lentamente le gambe mantenendo le mani vicine il più possibile alla superficie della pedana. La durata dell’estensione deve coincidere con il tempo impostato in modo che al termine della vibrazione le gambe risultino completamente estese come nella sequenza della figura sottostante.



Scendere dalla pedana, ritornare sul gradino, rilassarsi e ripetere il test di flessibilità del busto. Normalmente dopo questo semplice esercizio è possibile vedere incrementi pari a 5-15 cm. che dimostrano come l’attivazione neuro-muscolare esercitata dalla vibrazione meccanica consenta rapidi risultati che, protratti nel tempo, migliorano velocemente le nostre capacità fisiche, non solo nell’ambito della mobilità articolare. 

Purtroppo non esistono strumenti pratici come questo per misurare l’efficacia del lavoro vibratorio nelle altre aree, come la tonificazione o la forza muscolare, i cui incrementi sono del tutto simili ma si possono riscontrare solo dopo alcune sedute di lavoro.

Tratto dal libro

elika.it - La Pedana Vibranteelika.it - La Pedana Vibrante




venerdì 29 aprile 2011

Allenamento Funzionale: appunti per capire n. 01

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E' stata particolarmente convincente la lettura di un articolo di Alberto Andorlini su Scienza & Sport (Aprile-Giugno 2011) che analizza dal punto di vista della terminologia questo modo, apparentemente nuovo, di allenarsi così in voga oggigiorno.



Sembra che l'allenamento funzionale debba le sue origini ad alcuni studi e ricerche effettuate in campo riabilitativo in USA e Australia nei primi anni novanta sotto l'appellativo di Functional Theory.

Secondo Andorlini il functional training ha un origine riabilitativa e affonda le radici proprio sul concetto di "attenzione ai movimenti della vita reale".

Ci è piaciuto molto l'elenco delle indicazioni operative alle quali ogni singolo esercizio funzionale deve ispirarsi:

  1. mimico;
  2. reale;
  3. primordiale;
  4. in linea con le tappe dell'apprendimento e della strutturazione neurologica;
  5. correlabile con le attività praticate nella vita quotidiana;
  6. basato sull'acquisizione e il miglioramento della triade funzionale: "squat, balzo e retrazione scapolare";
  7. orientato in senso rotazionale;
  8. in grado di attivare un programma motorio e il relativo tempo di attivazione;
  9. diretto al superamento della gravità;
  10. arricchito con stimoli propriocettivi;
  11. con forti connotazioni senso-motorie;
  12. estensivo, non selettivo;
  13. acquisibile, interiorizzabile e trasferibile secondo sequenze dall'orizzontalità alla verticalità, dal facile al difficile, dal semplice al complesso;
In sintesi i contenuti dell'esercizio funzionale sono: la gravità, la postura dinamica, il "core", e l'equilibrio.

Questo primo mattone di appunti ci sembra appropriato per iniziare il viaggio nel mondo Functional Training attraverso timidi, piccoli, ma chiari passi.




mercoledì 27 aprile 2011

La mente: limiti e potenziale nella pratica dello yoga

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La  mente  è  la  causa  della  dipendenza  dell’uomo dagli oggetti e, pertanto, è la causa della sua difficoltà nel cammino dell’autorealizzazione

La mente toglie all’uomo la libertà, perché si attacca agli oggetti sensuali attraverso i sensi e pensa costantemente agli stessi. Se la mente viene controllata, anche i sensi allora vengono controllati e così smette di pensare agli oggetti come a un’indispensabilità per la propria vita. 

Una delle abitudini della mente è divagare: la mente non può concentrarsi su un solo punto, perché è eterea. Tuttavia, grazie ad essenziali ed adeguati accorgimenti, la mente può essere controllata e anche dominata



E’ il desiderio che rende la mente inquieta: il desiderio è alimentato dai sensi sollecitati dagli oggetti e la mente segue i sensi proprio come il cane segue il padrone. 

L’antidoto a questa mente vagante è il controllo dei sensi, che porterà all’automatico controllo dei desideri e all’automatica pratica della concentrazione. All’inizio è importante portare ripetutamente la mente sullo stesso punto o oggetto, limitando i suoi movimenti a una piccola sfera. Verrà poi un tempo in cui la mente si concentrerà solo su un punto: ciò sarà il frutto di una pratica costante e prolungata, non turbata dall’attardarsi dei risultati concreti né fermata da uno stato di malattia. 

La serietà, la pazienza e la costanza condurranno al traguardo.

lunedì 18 aprile 2011

Tredmill: caratteristiche e consigli per l'uso

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Il treadmill (o tapis roulant, o pedometro) è l’attrezzo che permette di eseguire il movimento più naturale per il corpo. Allo stesso tempo, essendo biomeccanicamente diverso dal normale, in quanto è il pavimento che si muove e non noi, riesce spesso problematico ai principianti. Proprio per questo motivo è utile che i principianti inizino il suo utilizzo camminando.

Questi attrezzi sono dotati di motori elettrici di diverse potenze che trascinano il nastro a velocità anche superiori ai 20 km/h. I più moderni dispongono anche della possibilità di variare l’inclinazione. Quelli più sofisticati permettono di regolare la velocità di 0.1 km/h e l’inclinazione dello 0.5%. Questi cambiamenti minimi servono per regolare in modo preciso, progressivo e dolce il macchinario sull’utente, in modo da non avere cambi di intensità troppo bruschi.

Il calcolo delle calorie spese, evitando interessanti ma alquanto complessi calcoli, può essere espresso con buona approssimazione come 1 kcal per kg di massa corporea per km. Quindi, un individuo di 70 kg consumerà 70 kcal al chilometro indipendentemente dalla velocità di corsa. 

La spesa energetica è anche influenzata dall’inclinazione, in quanto per ogni metro che percorriamo su un piano inclinato provochiamo un innalzamento del nostro centro di gravità, con una spesa calorica maggiore.



È interessante notare comunque come la fase di passaggio dalla corsa alla camminata sia individuabile tra i 6 e gli 8 km/h. Per i corridori professionisti questo passaggio avviene a una velocità più elevata. Il cambio di marcia si verifica perché a un certo punto diviene più “conveniente per l’organismo, dal punto di vista biomeccanico, correre invece che camminare”. Infatti, durante la corsa si ha un rendimento migliore poiché vi è un maggiore riutilizzo dell’energia meccanica elastica dei tessuti. Cavagna paragona la corsa umana a una palla che rimbalza, mentre il movimento della camminata è paragonato a una sfera che rotola su e giù da delle collinette. 


Consigli pratici

  • Consigliare al cliente di guardare sempre avanti e non in basso.
  • Aiutare il neofita:
    1. impostare prima una camminata e invitarlo a utilizzare gli appositi sostegni;
    2. farlo poi sostenere alle braccia dell’istruttore.
    3. farlo infine passare al movimento libero.
  • Sconsigliata la corsa per le persone in sovrappeso. Per le persone in sovrappeso ottime invece la camminata e le panniculopatie, per sfruttare la soletta venosa del Lejars, situata sotto la pianta del piede, che funge da pompa spingendo il sangue venoso verso il cuore.
  • Non scendere dal treadmill in movimento.
  • Controllare che dietro il treadmill vi sia un certo spazio di sicurezza come via di fuga.

Relazione tra frequenza cardiaca e VO2max
Sul treadmill vi è una relazione molto stretta tra le percentuali di FCris e quelle di VO2max (al 60% della FCris corrisponde il 60% del VO2max).

sabato 9 aprile 2011

Il functional training dal vivo

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Oggi Vibe Training lascia la parola alle immagini. Ancora non abbiamo capito bene cosa significa Functional Training perciò non vogliamo salire sul pulpito a predicare, a teorizzare o a scopiazzare qualche definizione presa da presunti esperti internauti allenatori. Ci piace pensare che l'allenamento funzionale abbia a che fare con l'obbiettivo che si vuole raggiungere: un allenamento "funzionale" alle finalità che ci prefiggiamo.

Ma a questo punto quale allenamento non lo è?

In attesa di ricevere qualche indicazione da chi ne sa di più vi presentiamo questo video in cui Guido Bruscia tiene un corso base di questo nuovo e antico modo di allenarsi.



Occhi attenti possono ricavare dal Video qua sotto indicazioni utili sulle tendenze più innovative sugli spazi in cui allenarsi.



Ringraziamo Guido Bruscia del quale potete seguire tutte le iniziative sul sito www.guidobruscia.it, Emanuele e Valentina dello Studio FT Personal Trainer di Cesena, per le immagini.

11 giugno a Cesena Corso di Functional Training presso FT Studio - VAI ALL'EVENTO SU FACEBOOK

giovedì 7 aprile 2011

La finalità della vita nella filosofia dello Yoga


Cos’è la vita? 

E’ solamente l’atto dell’alimentarsi, di respirare, di digerire e di metabolizzare quello che è nel proprio organismo fisico o nell’economia della natura? 

La vita è solo pensare, pianificare e procreare oppure è la somma totale di tutti questi processi? 

Gli scienziati e i biologi hanno una concezione molto differente della vita rispetto ai filosofi e ai saggi Yogi.

 La vita può essere di due tipi: da una parte, la vita nella materia e, dall’altra, la vita dell’Essere Universale. I biologi e i fisiologi sostengono che la vita consista nel pensare, nell’avere sentimenti, nel fare conoscenze, nell’esercitare la volontà, nel digerire, nell’espellere, nella circolazione del sangue, nel respirare e in tutte le altre attività connesse a questi processi fisiologici. Questa qui descritta è una vita che finisce, che dà attaccamento, sofferenza, malattia, vecchiaia e altro. 

I saggi e Yogi che hanno realizzato in sé l’Io Supremo con la disciplina della mente e il controllo dei sensi, affermano, enfaticamente e senza ombra di dubbio, che soltanto una vita che trascenda i processi fisici e fisiologici dà la serenità dell’anima e la soddisfazione di una vita che non finisce, perché fondata sui valori della ricerca interiore, sempre viva nella Suprema Realtà. Questo non significa che si debba ignorare la vita sul piano fisico della materia, perché la materia e lo spirito sono un’unità come lo sono il caldo e il freddo, il fiore e la fragranza. Una vita sul piano fisico della materia è una preparazione alla vita nell’Unità Suprema. 

Il mondo è il migliore maestro dell’uomo mentre la Natura è la migliore direttrice di vita. Il messaggio del Gita e dello Yoga Vasishtha (testi sacri indù) è che l’uomo, attraverso la pratica del controllo della mente e dei sensi, deve raggiungere l’autorealizzazione stando nel mondo, pur senza identificarsi con il mondo stesso.

Scienza e Vedanta sono inseparabili. 

Come può un maestro dalla mente turbata guidare nella vita serena ed equilibrata i suoi allievi? 

La mente può ricevere insegnamenti soltanto quando questi provengono da menti radicate su basi stabili e piane, capaci d’influenzare altre menti con il potere della loro vita in sintonia con la Natura. Anche l’aspetto esteriore influenza molto lo stile di vita. È importante seguire la storia nel suo evolversi ma il punto di riflessione è sempre lo stesso: essere nell’equilibrio

Il mondo di oggi sembra non curarsi nella giusta misura di questo equilibrio, preferendo una vita basata sull’immagine esteriore, sui facili guadagni e sulle  tentazioni o di esagerata sobrietà, sulla base della (non realmente valida) convinzione che l’abito non faccia il monaco. I saggi, al contrario, affermano che “la tentazione fa l’uomo ladro” e invitano a non creare situazioni di tentazioni.

Secondo gli scienziati, il mondo è una massa di energia, la quale è anche la Suprema Potenza una e indivisibile. Gli scienziati esplorano il mondo fisico e trovano metodi esterni per studiare le forze fisiche della natura mentre gli psicologi sperimentano sul piano mentale e cercano di controllare le forze mentali. La psicologia è un ramo del Raja Yoga che studia appunto la mente e come controllarla. 

Uno studio approfondito delle osservazioni e delle rivelazioni della scienza porta l’uomo ad essere più vicino alla sorgente di tutte le sorgenti.
  • Chi dà il potere agli elettroni? 
  • Qual è la struttura di questi elettroni? 
  • Qual è il potere che combina le parti che compongono la materia? 
  • Chi ha messo in luce le leggi della natura? Dal momento che la natura è cieca, qual’è quell’intelligenza che muove la natura? 

Uno studio delle forze fisiche e delle leggi fisiche ed una comprensione delle forze e delle leggi mentali non sono sufficienti a rendere l’uomo perfetto, perché è necessario avere una conoscenza e una realizzazione del substrato di questi nomi di queste forme e di questi fenomeni fisici e mentali. Soltanto allora si potrà avere la reale conoscenza della materia nella sua unitarietà. 

Possono le invenzioni scientifiche rendere l’uomo realmente felice? 

Questa è la domanda delle domande. 

Che cosa ha fatto la scienza per l’uomo?  

Senza dubbio, essa ha aggiunto un fondo di conoscenza sul piano fisico. Tuttavia questa conoscenza è puro involucro, quando viene paragonata alla conoscenza dell’Io. Tutte le scienze sono fondate sulla conoscenza dell’Io. 

L’uomo è realmente felice ora?

Può il ventilatore elettrico o l’aeroplano o la radio dare all’uomo la pace di cui è assetato?  

Un grazie va certamente alla scienza e agli scienziati che lavorano intensamente e rigorosamente per anni per giungere a invenzioni e scoperte che diano agiatezze all’uomo. L’elettricità fa ogni sorta di lavoro: pompa acqua, cucina alimenti e porta l’uomo da una parte all’altra del mondo. La scienza ha reso i viaggi e le comunicazioni dell’uomo facili e rapidi. Ci sono, dunque, dei vantaggi, anche se non mancano gli svantaggi perché tutto ciò spinge l’uomo a una vita molto costosa e lussuosa. L’uomo perciò oggi è più insoddisfatto rispetto ad un tempo, perché un lusso odierno diventa un’abitudine o una “necessità” di domani

Molte persone oggi desiderano possedere un registratore o un computer o un altro strumento media tascabile, un cinema in casa, un’automobile per ciascun membro della famiglia e così via, poiché lo standard della vita moderna è divenuto molto alto. La gratificazione dei sensi sotto tutti gli aspetti, compreso quello riferito all’alimentazione, è divenuta la finalità della vita, senza eccezione per nessuna parte del mondo, con il naturale e facile scivolamento verso una vita deviata dalle leggi del Dharma (retta condotta). Tutto ciò è la conseguenza di una vita lussuosa proveniente dai prodotti delle invenzioni e della civiltà materialistica in cui è immerso l’uomo oggi. 
Da dove prendere la moneta? 

Naturalmente dal ricorso a mezzi e modi distorti dalla vita di servizio e dalla considerazione delle esigenze dell’altro che magari vive in condizioni di precarietà e non può procurarsi il denaro con la stessa rapidità.

C’è un sistema per migliorare questo stato di vita? 

I saggi assicurano di sì, suggerendo di:  ritornare alla natura e alla vita semplice e ai pensieri elevati rivolti alla discriminazione di ciò che è realmente essenziale per la vita e ciò che è bene trascurare: vivere una vita semplice, vestire abiti semplici, prendere alimenti semplici, cercare di soddisfare le esigenze della propria e della famiglia da soli, senza demandare agli altri; ridurre le necessità, per limitarle ai reali bisogni materiali e psichici o emotivi. Così facendo, l’uomo potrà riguadagnare la soddisfazione della vita. Questa è la chiave della vita. Questa è la finalità della vita. Questa non è una digressione della vita ma un momento di riflessione, per capire quanto sia importante la discriminazione tra l’essenziale e il superfluo. Questa discriminazione non può dare sofferenza a nessuno ma solo successo e felicità a tutti.

Che cosa è il successo? 

E’ una prosperità materiale, il cercare di avere tante ricchezze in questo mondo e avere figli oppure è altro? 

Il successo può essere di due tipi: il successo del mondo e il successo della vita interiore. Se si hanno buone circostanze di vita, se si ha ogni cosa che questo mondo può dare, allora si ha il successo del mondo. Ma il successo da solo non può essere sufficiente, perché questo mondo è imperfetto. Per avere successo completo o perfetto, é necessario avere successo anche nell’equilibrio della vita interiore. Il successo come prosperità materiale, se viene trasceso e visto nella misura del servizio a sé e al proprio simile nel rispetto dell’equilibrio dell’ambiente, può dare gratificazione nella vita. A questo proposito é importante praticare Yoga: una piccola pratica giornaliera per esercitarsi nell’atteggiamento di questa trascendenza è più efficace di lunghi tempi di studio e di teoria. Si comprende che questa disciplina di vita non è facile, specialmente oggi che sembra scontato che il mondo debba dare all’uomo tutto quello che ha e ogni giorno di più, per cui in massa si segue il cammino di più alte agiatezze materiali. Il singolo che vuole fermarsi a riflettere su dove porta questa corsa rimane travolto non solo dalla massa fisica della gente ma da quella psichica personale. In lui nascono dubbi e timori di rimanere indietro come un fallito della vita, come un perdente nella rosa della realizzazione; egli teme di non essere capace di garantire benessere alla famiglia e di non essere un buon punto di riferimento per la stessa. Tutto questo turbamento è comprensibile ma una mente stabile, con un forte controllo, si aggancia ai suoi principi di vita retta e prosegue il suo cammino certo del successo finale. Questa è la chiave della vita per ogni uomo.

Testi e DVD

Yoga base


Yoga per tutti


Yoga per la schiena


La filosofia dello Yoga nella didattica interdisciplinare


Yoga ed educazione fisica


sabato 2 aprile 2011

Iperlordosi

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Una lordosi è una curva fisiologica del rachide la cui concavità guarda posteriormente. Siccome la lordosi lombare è in rapporto con l’osso sacro e quest’ultimo è in rapporto con il bacino, sarà fondamentale capire come funziona il bacino in statica e in dinamica in modo da potere capire quelli che sono i compensi della zona lombare.
A tale riguardo si deve tenere in considerazione che il bacino è influenzato in maniera molto importante dagli arti inferiori. Quindi, quando ci si troverà davanti a un problema alla zona lombare, iperlordosi o appiattimento della curva, uno sguardo agli arti inferiori sarà doveroso.
Il bacino è una struttura su cui vanno a inserirsi svariati muscoli, che originano sia dal tronco che dagli arti inferiori. Le masse muscolari che prendono inserzione sul bacino sono artefici dei movimenti del bacino stesso, movimenti che avvengono attorno a un fulcro ben preciso, ovvero attorno alla cavità acetabolare. I movimenti che andranno a incidere sul rachide sono l’antiversione e la retroversione.

I muscoli flessori del busto e gli estensori delle cosce tendono a ruotare il bacino in retroversione (rotazione in senso antiorario rispetto alla figura), quindi hanno un’azione delordosizzante per la colonna lombare.
I muscoli estensori del busto e i flessori delle cosce tendono a fare ruotare il bacino in anteroversione (rotazione in senso orario rispetto alla figura), quindi hanno un’azione lordosizzante per la colonna lombare.
Tratto dal libro

Principi di metodologia del fitness

venerdì 1 aprile 2011

Definizione di allenamento nel Fitness


Per allenamento si intende quella pratica organizzata il cui scopo è indurre adattamenti biologici tali da permettere un miglioramento di qualità specifiche. 

Si tratta, in pratica, di sottoporre l’organismo a uno stimolo stressante in modo da provocare modificazioni alla condizione di omeostasi dello stesso. Una volta sottoposto a una seduta allenante, il sistema risponderà in maniera da adattarsi allo stimolo dato con un meccanismo di supercompensazione.

Nella fase di recupero, in seguito allo stress subito durante l’allenamento, l’organismo si occuperà innanzitutto di riparare il danno subito e tornare alla condizione iniziale, per poi ricostruire più di quanto distrutto in preparazione a un nuovo, eventuale stress di tale entità. 

Se il primo stimolo stressante non è seguito da altri, il sistema non ha motivo di mantenere strutture extra che comporterebbero un inutile dispendio energetico e tenderà a tornare gradualmente alla condizione di partenza. Ciò suggerisce la necessità di sottoporre l’organismo a un certo numero di stimoli successivi nel tempo, intervallati da opportune fasi di recupero, al fine di mantenere e incrementare quanto acquisito in conseguenza al primo stress subito. 

L’insieme degli stimoli stressanti ai quali l’atleta si sottopone costituisce il carico

Gli adattamenti dell’organismo sono una conseguenza del carico imposto.

•    Carico esterno: è costituito dall’insieme di stimoli ai quali un atleta si sottopone in una seduta allenante.
•    Carico interno: rappresenta l’effetto del carico esterno sull’organismo. 

Sottoponendo due diversi atleti allo stesso carico esterno, difficilmente essi subiranno lo stesso carico interno.

Nella stessa persona, in momenti diversi, lo stesso carico esterno può condurre a un differente carico interno.

A. Paoli,  F. Zonin, A.M. Bargossi, D. Ippolito

Tratto dal libro "Principi di Metodologia  del Fitness"


elika.it - Principi di metodologia del fitness

elika.it - Principi di metodologia del fitness

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giovedì 31 marzo 2011

L'Osteopatia... cos'è?

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L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, ect..) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraversomanipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la  prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano l'apparato neuro-muscolo-scheletrico.Inoltre a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l'osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all'individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.


Dal "World Osteopathic Health Organization" (WOHO):
 L'osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento.Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla tendenza intrinseca del corpo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.I dolori accusati dai pazienti risultano da una relazione reciproca tra i componenti muscolo-scheletrici e quelli viscerali di una malattia o di uno sforzo.

I principi dell’osteopatia:

Unità del corpo
Come metodologia olistica (dal greco olos=tutto) l'osteopatia considera l'individuo nella sua globalità: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell'intera struttura, dunque, l'equilibrio psicofisico e il benessere.
Relazione tra struttura e funzione
 Un corretto equilibrio tra struttura e funzione regala al nostro corpo una sensazione di benessere. Qualora tale equilibrio venga alterato (a causa di un trauma per esempio) si parla di disfunzione osteopatica, ossia di una restrizione di mobilità e perdita di movimento in una parte del nostro corpo (ossa, muscoli, organi, etc..).
Autoguarigione
 In osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello favorire la capacità innata del corpo ad auto curarsi.

Le tecniche osteopatiche:

Il trattamento osteopatico si avvale di innumerevoli metodidi applicazione e tecniche di trattamento. Gli osteopati le utilizzano indifferentemente in funzione delle necessità terapeutiche, pertanto tale classificazione è puramente indicativa.

Tecniche strutturali
 La tecniche strutturali sono definite tali poiché ristabiliscono la mobilità della struttura ossea.La specificità e la rapidità delle manipolazione consente il recupero della mobilità articolare. Hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata.

Tecniche craniali
 Le tecniche craniali agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio, ristabilendone il normale “meccanismo respiratorio primario”, ossia quella combinazione di parti ossee, legamentose, muscolari, e fasciali che consentono il riequilibrio e l’armonia delle funzioni craniosacrali. Con queste tecniche si agisce in particolare sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno.

Le tecniche viscerali
 I visceri si muovono in modo specifico sotto l'influenza della pressione diaframmatica. Questa dinamica viscerale può essere modificata (restrizione di mobilità) o scomparire. Applicando una tecnica specifica, l’osteopatia permette all'organo di trovare la sua fisiologia naturale ed i disordini legati alla restrizione di mobilità saranno così corretti. Inoltre esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica; una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa. Si possono trovare, in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell'utero. Il trattamento osteopatico mira, con tecniche indirette attraverso l'addome ed il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.

Quando e dove nasce?

La pratica della medicina osteopatica iniziò negli Stati Uniti nel 1874. Il termine "osteopatia" fu coniato dal dottor Andrew Taylor Still, un medico con formazione allopatica nato nel1828 nello stato della Virginia. Still viveva in Kansas, vicino a Baldwin City, ai tempi della guerra civile americana, e proprio qui sviluppò la pratica dell'osteopatia. Still imparò da apprendista, come accadeva per molti dei medici del tempo, e fu assunto come dottore di guerra nell'esercito degli Stati Uniti durante la guerra civile. Gli orrori delle ferite nei campi da battaglia e la successiva morte della moglie e di diversi bambini a causa di malattie infettive lo lasciarono completamente disilluso riguardo la pratica tradizionale della medicina. Still sentiva le pratiche mediche del suo tempo come inefficaci, addirittura barbare. Preoccupato da ciò che lui vedeva come problemi all'interno della professione medica, Still fondò la pratica osteopatica. Usando un approccio filosofico alternativo, si oppose all'uso delle droghe e della chirurgia come rimedi, riservandone l'uso ai casi in cui fossero l'unica cura conosciuta per una certa condizione, come un antidoto lo è per un veleno o l'amputazione per una cancrena. Riteneva il corpo umano capace di curarsi da sé, e che il compito del medico fosse quello di rimuovere ogni impedimento alle normali funzioni di ogni individuo. Promuoveva uno stile di vita e un'alimentazione salutare, astinenza da alcool e droghe, e usava tecniche manipolative per migliorare le funzioni fisiologiche.

Andrea Gasperoni Ferri 

Per approfondire:

 http://www.cresonline.it/http://www.registro-osteopati-italia.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Osteopatia
http://www.tuttosteopatia.it/

lunedì 28 marzo 2011

K-Spine la novità per lo step

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Letteralmente “Il correttore di spina dorsale”, è uno degli attrezzi più in voga nelle esercitazioni di pilates per via degli entusiasmanti risultati nell’attivazione dei muscoli della colonna vertebrale e nella ridefinizione degli assetti posturali di persone che vogliono eliminare i fastidiosi dolori di schiena e gli atteggiamenti scorretti.




Quello della K-Well è qualcosa di più di un elegante spine corrector in ecopelle bordeaux dotato di una fascia in velcro per il fissaggio sullo step.  La curvatura fisiologica e l’alta densità del materiale interno consentono l’esecuzione di esercizi in grado di migliorare la mobilità articolare, l’elasticità e la forza muscolare, garantendo ottimi risultati funzionali ed estetici.
Quattro punti di aggancio per bande elastiche ed elastici di resistenza lo rendono un autentico e multiforme attrezzo su cui applicare i principi del pilates adattando alcuni degli esercizi classici del reformer.



 
• Dimensioni: 920 x 320 x 210/330 mm
• Rivestimento di serie: ecopelle bordeaux
• Imbottitura in speciale materiale ad alta densità
• Lavabile
• 7 punti di attacco per bande ed elastici
• Speciale aggancio in velcro per step
• Possibilità di personalizzazione
• Prezzo di listino Italia al pubblico 169,00 €




Aquista su SPAZIOFITNESS

venerdì 25 marzo 2011

Fireproofing Fitness: accendi il fuoco del risultato!



Sai quali sono le tendenze più attuali nel mondo del fitness e della forma fisica?
 
Sicuramente sta passando di moda trascorrere tanto tempo in palestra a chiacchierare con gli amici per accorgersi che dopo qualche mese il giro vita è rimasto tale e quale.

Forse cominciamo a comprendere che non esistono formule facili o prodotti miracolosi per avere un corpo in forma.

Le tre parole magiche sono imparare, impegnarsi e fare. Valgono nella vita per qualsiasi velleità di successo e valgono, naturalmente, anche per la forma fisica.

Le persone l’hanno capito e per questo i corsi che contano il maggior numero di nuovi iscritti sono quelli in cui la fatica non è un optional come:

1)    il “boot camp” che s’ispira all’allenamento dei marines sfruttando la forza di volontà e lo spirito di gruppo;

2)     il “functional training”, basato sul controllo del corpo nello spazio con ricorso ad elevate capacità stabilizzanti e adattative, attraverso sollecitazioni simili a quelle degli specifici contesti lavorativi o sportivi;

3)     il “kettlebell training”: una tradizionale ed efficace disciplina degli strongman sovietici che consiste in una serie di tecnicissimi movimenti da effettuare con una specie di palla di cannone con maniglia, il Kettlebell.

L’altro giorno parlando con l’amico Andrea, Life Coach e responsabile dell'A.S.D. MuoviMente ho scoperto un nuovissimo e coinvolgente programma di fitness all'aperto con l'obiettivo di guidare, in 7 settimane, i partecipanti a rimettersi in forma, divertendosi, e a sviluppare quella determinazione e quella motivazione che li accompagnerà fino al risultato stabilito:

Il Fireproofing Fitness.
 
  
Un allenamento di gruppo completamente ispirato alla preparazione fisica e all'addestramento dei Firefighters statunitensi (vigili del fuoco) .

Si tratta di 14 sessioni di circa un'ora in un percorso "coaching based" focalizzato sull'obiettivo e sulla valorizzazione di quelle risorse che ogni partecipante potrà scoprire o riscoprire in sè.

Tre i punti fermi caratterizzano questo corso: disciplina, determinazione, divertimento.

In fondo ritorniamo alle tre parole magiche del successo:

-         disciplina … per imparare;

-         determinazione … sinonimo di impegno;

-         divertimento… il modo migliore per agire.


"Nel momento della verità o si raggiunge
 l'obiettivo o si accampano scuse" - Chuck Yager

Per informazioni:  www.muovimente.org