martedì 22 settembre 2009

Non usate la pedana vibrante…



Non usate la pedana vibrante…

… prima di aver chiaro il perché lo fate.
… se volete dimagrire 10 kg. in 10 giorni.
… se pensate che ciò vi esoneri dal tenere un sano stile di vita e una corretta alimentazione.
… se avete acquistato quella più economica sul mercato dopo mesi di ricerche su “trovaprezzi”.
… solo perché ce l’ha la vostra migliore amica.
… se pensate che la “postura” sia un piatto tipico della cucina giapponese.
… se non avete un personal trainer, almeno nelle prime sedute.
… se pensate che qualsiasi cosa si vede o si sente in tv sia la verità.
… se credete che la tecnologia possa fare miracoli.
… se pensate che nessun attrezzo tecnologico possa essere utile a migliorare qualità come: forza, coordinazione, equilibrio e flessibilità.
… se pensate che le vibrazioni siano un complesso musicale italiano oppure lo strano ronzio che si avverte nella fiat 500 di vostra nonna quando la lancia in autostrada ai 95 km/h.
… se avete in mente qualche associazione d’idee con il famoso anello o con l’utilizzo poco ortodosso del programma centrifuga della lavatrice.
… in piedi, in atteggiamento completamente rilassato senza piegare le gambe.
… al mattino per svegliare vostro figlio dopo sei chiamate e due secchiate d’acqua.
… solo perché avete letto su Novella 2000 che la usa Madonna.
… dopo essere state al matrimonio di vostra cugina che si è sposata solo dopo 6 settimane di allenamento vibratorio.
… dopo aver saputo che quel pezzo di figliolo che ha sposato vostra cugina era il personal trainer, responsabile del settore pedane vibranti della sua palestra.
… se vi siete impauriti quando vi hanno detto che provoca tumori, fa venire la cervicale, provoca il distacco della retina e forse anche il morbillo.
… per lenire il senso di colpa che provate dopo il pranzo a base di “struttata” di lardo e filetti di cotiche fritti in salsa ai quattro formaggi.
… se vi hanno detto che la Whole Body Vibration è il vero nome della camera di commercio degli Stati Uniti.
… se vi hanno fatto credere che l’allenamento vibratorio è simile a quello dell’elettrostimolatore che giace esanime nel vostro cassetto da più di quattro anni.
… se non credete al fatto di essere sottoposti a stimoli vibratori anche quando fate jogging al parco.
… se, per qualsiasi ragione, non siete in grado di fare una blanda attività fisica come quella che fa mia madre ottantaseienne al centro anziani.

Ecco ventitre validi motivi per non allenarsi con la pedana vibrante!

Francesco Perticari

lunedì 14 settembre 2009

La valutazione psicologica del cliente

Fare il personal trainer è appassionante e coinvolgente perché consente di creare relazioni ed entrare in contatto con le persone, aiutandole a raggiungere i propri obiettivi.
La conoscenza delle tecniche d’allenamento, dei principi dell’alimentazione, della fisiologia, della corretta postura e della bio-meccanica applicata agli esercizi è indispensabile in questo lavoro.
E’ molto importante anche l’abilità imprenditoriale ed una certa predisposizione alle relazioni interpersonali da coltivare e migliorare attraverso lo studio dei principi della comunicazione. Le parole creano immagini che attivano processi mentali ed interagiscono con il mondo dell’altro. Secondo le parole che usiamo, e di come le usiamo, possiamo essere più o meno efficaci. Prima di scegliere la forma della comunicazione è necessario individuare il profilo del nostro interlocutore attraverso l’osservazione del comportamento e del suo linguaggio. Tutti noi rientriamo all’interno di fondamentali modelli comportamentali derivanti dall’interiorizzazione delle nostre esperienze di vita e dai principi a cui facciamo riferimento.

Uno dei primi elementi di valutazione per comprendere il nostro interlocutore ed orientare il miglior approccio è capire se ci troviamo di fronte ad una persona tendenzialmente proattiva o tendenzialmente reattiva.
La persona pro-attiva è quella che si sente maggiormente protagonista della propria vita e pensa d’essere responsabile dell’esperienza che sta attraversando. Chi rientra in questa categoria parla in prima persona facendo riferimento alle proprie scelte e usa spesso termini come “io ho fatto…”, “ho deciso…”, “io desidero…”. Prende decisioni molto velocemente prediligendo un mondo di pensare sintetico.
All’opposto, il linguaggio della persona tendenzialmente reattiva tende ad esonerarla da qualsiasi tipo di responsabilità facendo notare un modo di pensare alla propria esistenza come una conseguenza d’inevitabili eventi esterni. Il reattivo pone l’accento continuamente ad una condizione subordinata e completamente fuori dal proprio controllo, con frasi del tipo: “Non posso farci niente…”, “sono fatto così…”, “devo…”, “ se soltanto…”.
Classificare all’interno di queste due categorie non ci serve per conoscere realmente le persone e tantomeno non deve rappresentare un giudizio di valore su di loro. Ci serve sostanzialmente a capire i loro comportamenti per adottare una corretta strategia di comunicazione in grado di aiutarle efficacemente a raggiungere i loro obiettivi. Per un PT Sbagliare l’approccio comunicativo non solo può rallentare i risultati o vanificare le giuste scelte tecniche ma può determinare la perdita del cliente che non si sente adeguatamente supportato a trovare la giusta motivazione.
Ad esempio con un cliente proattivo dovremo lavorare su un rapido e deciso stimolo motivazionale, senza scendere troppo sul dettaglio tecnico. Una modalità del tiro “fallo e basta” spronandolo con traguardi ambiziosi e affermazioni piuttosto decise e concrete con una forte spinta all’azione.
Se usaste il medesimo metodo con il cliente reattivo, rischiereste di perderlo dopo poche sedute. E’ una persona apparentemente indecisa con la necessità di capire bene quello che sta facendo e di analizzare approfonditamente la situazione. Occorre prendere in considerazione varie metodologie di lavoro ed elaborare un programma dettagliato e condiviso, frutto di un confronto attento e razionale. Il cliente reattivo ha bisogno di essere convinto da motivazioni più che valide e tenderà sempre a cercare la rassicurazione di validi argomenti in tutto quello che gli sarà proposto. Prenderlo per mano, esaminando con lui pro e contro delle eventuali strategie d’allenamento, è indispensabile per ottenere risultati.

Francesco Perticari

venerdì 11 settembre 2009

Stretching: panacea o illusione?

Lo stretching, o allungamento muscolare, è una tecnica molto diffusa per il miglioramento della mobilità articolare e della flessibilità.
Fino a qualche anno fa era considerata una pratica ottima, forse un pò sopravvalutata, da inserire in ogni fase dell’allenamento: riscaldamento, defaticamento e, quando possibile, perfino all’interno della fase centrale.

Le recenti ricerche scientifiche sull’argomento ridimensionano la valenza dello stretching soprattutto nell’ambito del riscaldamento e della prevenzione degli infortuni.
Ad esempio Berget e Hillebrecht, in una ricerca del 2003, rilevano una riduzione delle prestazioni nel salto in basso dopo aver eseguito esercizi d’allungamento; Wieneyer nel 2002 arriva alla conclusione che la prestazione diminuisce significativamente in un test di salto dopo allungamento statico. Inoltre molte recenti ricerche sostengono inadeguato lo stretching come metodo di riscaldamento soprattutto negli sport che richiedono di un’immediata reattività muscolare (salti, lanci, sport di potenza).
Fabrizio Simone nel suo libro “Stretching”, edito da Elika, affronta in maniera esauriente l’argomento attraverso una analisi teorica e pratica che illustra sotto tutti i punti di vista lo stato dell’arte di questa metodica.
In questo libro descrive gli esercizi e la corretta esecuzione per evitare problemi di qualsiasi tipo ed avere i migliori risultati nell’ambito dell’attività fisica.
Io credo che lo stretching, in tutte le varie forme, rappresenti ancora un validissimo strumento di lavoro che ogni tecnico dovrebbe conoscere bene e tenere nella propria “cassetta degli attrezzi” in modo da proporlo al momento opportuno con competenza e precisione.
Non è la panacea per il benessere fisico e muscolare ma un’ottima ed efficace tecnica da applicare con competenza nel modo giusto e al momento giusto.
Il libro di Simone può essere un valido aiuto per il preparatore atletico, l'istruttore, il personal trainer e per chiunque pratichi sport e desideri essere sempre aggiornato.

Francesco Perticari

Proporre la pedana vibrante ai clienti

Se lavorate come personal trainer, istruttore, o estetista in un centro in cui si sfrutta l’efficacia della pedana vibrante occorre comunicare bene alcuni concetti per motivare i clienti e lavorare al meglio.
Di seguito una rapida sintesi delle argomentazioni utili alla vendita.

Caratteristiche del sistema d’allenamento con pedana:

• Brevi sessioni di lavoro: 15-30 minuti ( no ai 10 minuti a mio parere insufficienti per un lavoro appagante dal punto di vista anche psicologico )
• Sensazione di fatica ridotta rispetto ad allenamenti tradizionali ( a meno che non si abbia a che fare con sportivi d’alto livello ai quali si possono consigliare esercizi combinati d’altissima difficoltà)
• Risultati diversificati e molto vari ( a mio parere, meglio individuare con chiarezza l’esigenza principale del cliente e lavorare con un focus ben preciso)
• Integrazione con altre attività ( l’allenamento vibratorio è stato svilito dalle campagne pubblicitarie televisive perciò se lo si conosce veramente bene potrà essere un plus commerciale abbinarlo a qualsiasi altra pratica compatibile)

Sintesi dei possibili risultati ottenibili con allenamento vibratorio:

• Allenamento del sistema neuromuscolare
• Elevata attivazione del sistema ormonale
• Ripresa dell'efficienza muscolare e propriocettiva
• Incremento della circolazione sanguigna
• Miglioramento della flessibilità
• Prevenzione e cura delle tendinopatie
• Riduzione del dolore muscolare
• Aumento/mantenimento della densità ossea
• Incremento dell'efficienza fisica generale
• Sensazione diffusa di benessere
• Miglioramento del controllo motorio

Alcuni step fondamentali nella strategia di vendita delle sedute con pedana vibrante:

• Sfruttare la curiosità del cliente
• Chiedere quali sono i suoi obiettivi
• Semplificare la spiegazione
• Individuare il settore d’applicazione
• Informazione su cosa si ottiene con la pedana vibrante
• Elenco delle caratteristiche del metodo
• Mostrate qualche programma di lavoro
• Invitate ad una seduta di prova


Individuate il tipo di cliente e le sue esigenze:


• Fitness (categoria più numerosa fatta di persone che puntano essenzialmente ad un allenamento blando finalizzato alla buona salute)
• Estetica (soprattutto donne orientate al rimodellamento del corpo, dimagrimento, cellulite e tono muscolare)
• Riabilitazione ( coloro che si avvicinano alla vibrazione per risolvere problematiche fisiche o di rieducazione post-trauma )
• Atleta (esigenze specifiche per incremento di qualità condizionali o coordinative attinenti allo sport specialistico)

CATEGORIA FITNESS: cosa si ottiene?

• Allenamento del sistema neuromuscolare
• Elevata attivazione del sistema ormonale
• Tonicità e potenziamento muscolare
• Dimagrimento
• Propriocezione
• Incremento della circolazione sanguigna
• Miglioramento della flessibilità
• Sensazione di benessere
• Incremento dell’efficienza fisica generale

CATEGORIA ESTETICA: cosa si ottiene?

• Elevata attivazione del sistema ormonale
• Tonicità muscolare e rimodellamento del corpo
• Dimagrimento: perdita di massa grassa
• Drenaggio e rilassamento
• Incremento della circolazione sanguigna e miglioramento dell’aspetto della pelle
• Miglioramento della flessibilità
• Sensazione di benessere
• Incremento dell’efficienza fisica generale
• Postura e portamento

CATEGORIA RIABILITAZIONE: cosa si ottiene?

• Allenamento del sistema neuromuscolare
• Elevata attivazione del sistema ormonale
• Ripresa dell’efficienza muscolare e propriocettivo
• Incremento della circolazione sanguigna
• Velocizzazione del recupero muscolare
• Miglioramento della flessibilità
• Prevenzione e cura delle tendinopatie e problematiche articolari
• Riduzione del dolore muscolare
• Aumento della densità ossea
• Incremento dell’efficienza fisica generale

CATEGORIA ATLETI: cosa si ottiene?

• Allenamento del sistema neuromuscolare
• Elevata attivazione del sistema ormonale
• Incremento della potenza e delle capacità di reazione
• Propriocezione
• Velocizzazione del recupero muscolare
• Miglioramento della flessibilità
• Miglioramento del controllo motorio o delle capacità cooordinative
• Incremento dell’efficienza fisica generale
• Miglioramento dell’attività respiratoria

Francesco Perticari

La plataforma vibratoria

Josè martì, lo scrittore cubano simbolo dell’indipendenza di quel paese, mi ha portato fortuna così il libro con la descrizione dei programmi d’allenamento dedicati alla pedana che vibra è stato tradotto in spagnolo.
L’allenamento vibratorio non è in crisi, come ho spiegato in uno dei primi articoli su quest’argomento, sta semplicemente maturando. Finalmente gli improvvisati, gli incompetenti e le attrezzature di scarsa qualità lasciano il campo ai professionisti seri che attraverso l’uso di prodotti idonei riescono a garantire risultati ai propri clienti.
A Faenza (RA) sta per inaugurare un moderno centro di fisioterapia e dimagrimento che lavora con tre pedane Fitvibe d’alta gamma e molti dei migliori professionisti italiani integrano l’uso delle pedane a quello dei manubri vibranti, ora anche nella versione da trasporto per personal trainer.
Forse in qualche palestra di provincia potete trovare qualche pedana completamente abbandonata a se stessa in un polveroso angolo della sala pesi, ottimo appendi abiti per asciugamani in attesa.
Questo, di solito, è sintomo di scarsa lungimiranza negli investimenti (scelta di prodotti economici ma completamente inefficaci), scarsa competenza tecnica (mancanza di formazione su programmi e sugli sviluppi della ricerca scientifica più attuale) e poca preparazione commerciale sul modo migliore di proporre la pedana ai clienti.
In ogni caso è appassionante sapere che ora, anche in Spagna, istruttori e preparatori che desiderano qualche utile indicazione su programmi e tecniche di lavoro sulle vibrazioni potranno acquistare il mio libro.
Hasta luego!

Allenarsi con la pedana vibrante funziona?

La domanda è legittima ma formulata in maniera scorretta. E’ come chiedersi se correre fa bene o se l’allenamento con i pesi è efficace o se l’aerobica fa sentire meglio. Dipende.
Correre dietro all’autobus con una gamba ingessata, perché siamo in ritardo, non fa bene!
100 kg di alzate su panca alla prima seduta di allenamento non fanno bene!
Lezione di aerobica 5 min. dopo aver pranzato con “bucatini alla vaccinara” non è il massimo!
Tutto può essere utile al nostro miglioramento fisico ma va contestualizzato e rapportato alle attuali condizioni fisiche, agli obiettivi che ci prefiggiamo e alle caratteristiche individuali.
In generale posso dire, in base alla mia esperienza, che l’allenamento con la pedana vibrante è efficace e adatto a molteplici applicazioni. Soprattutto se:
• fatto su attrezzi con motori sufficientemente potenti
• con macchine certificate e con i giusti parametri di lavoro
• si presta particolare cura all’atteggiamento posturale
• gli esercizi sono in linea con i propri obiettivi e potenzialità
• si rispetta il principio della progressività del carico
• non si ricercano le stesse sensazioni dell’allenamento tradizionale
• non ci si aspettano miracoli (tipo perdere 10 kg. in due settimane)
• abbiamo chiari gli obiettivi che vogliamo raggiungere
• siamo disposti a lavorare con determinazione e costanza
• non esageriamo nei tempi di lavoro attivo
• non saltiamo le pause fra un esercizio e l’altro
• ci affidiamo, all’inizio, a esperti personal trainer

Francesco Perticari

Motopad: innovativa pedana per l'allenamento


Due grandi dischi di legno che scorrono l’uno sull’altro separati da biglie di resina: in apparenza il Motopad, pur sembrando un oggetto semplice e gradevole non ha l’aria di essere un raffinato strumento per il miglioramento delle qualità fisiche.
Nasce dall’idea di un fisioterapista tedesco ed è commercializzato in Italia solo da pochi mesi dalla Tecnocomponent, azienda di Cesena specializzata in prodotti professionali per palestre, riabilitazione ed estetica.
La notevole dimensione della superficie di appoggio del Motopad (124 cm. di diametro) e la straordinaria fluidità del meccanismo di scorrimento lo rendono uno strumento eclettico e versatile, adatto per lavori specialistici con atleti di alto livello finalizzati al miglioramento di qualità come l’equilibrio, la coordinazione, la consapevolezza corporea ma anche per rinforzare le articolazioni attraverso rotazioni in un numero di posture ed esercizi veramente molto vasto. E’ uno strumento eccezionale per la catena dei muscoli degli arti inferiori, agisce efficacemente sugli stabilizzatori migliorando l’agilità, il senso del ritmo e la sinergia dei muscoli agonisti-antagonisti.
Il massimo della resa lo si ottiene in ambito sportivo (sci, pattinaggio, calcio, ecc.) e in quello riabilitativo per tutto quello che concerne il lavoro propriocettivo, ovvero lo sviluppo di quella particolare sensibilità grazie alla quale l'organismo ha la percezione di sé in rapporto al mondo esterno.
In Germania viene proposto persino nelle scuole d’infanzia in contesti psicomotori e come gioco-terapia per le sindromi di iperattività.
Le persone anziane, seguite da un operatore specializzato, possono sperimentarlo in semplici ma efficaci esercizi in posizione seduta e ottenere grandi giovamenti per dolori di schiena attraverso la mobilizzazione del bacino.
In definitiva Motopad è una vera novità che potete trovare nei più qualificati centri di Personal Training, Pilates, Gyrotonic , Fitness e in qualche studio di riabilitazione dove viene fornito con speciali maniglioni di appoggio per consentirne l’uso anche a persone colpite da traumi agli arti inferiori o in fase post-operatoria.
Se amate l’esercizio fisico e siete attirati dall’innovazione applicata al movimento, vi auguro di provarlo: è una esperienza unica, divertente e molto efficace.

Francesco Perticari

I tempi di lavoro nell’allenamento vibratorio

La velocità e il ritmo frenetico che caratterizzano l’attuale sistema di vita rendono indispensabile l’ottimizzazione del tempo, anche di quello dedicato al proprio benessere.
Medici ed esperti sostengono che è necessario dedicare almeno 20-30 minuti della nostra giornata al benessere fisico, al movimento e all’attività fisica. Molto spesso risulta difficile ritagliarsi questi spazi indispensabili all’interno di una giornata piena d’impegni. La soluzione a questo problema può essere l’allenamento con pedana vibrante perché richiede poco tempo. Questo è uno dei principali fattori di successo dell’allenamento e del trattamento vibratorio. I dieci minuti di una seduta completa alla pedana vibrante (venti, se consideriamo i tempi di recupero) sono sufficienti per stimolare il corpo affinché si attivi con le risposte fisiologiche di adattamento responsabili dei rapidi risultati ottenibili su muscoli, tessuti e articolazioni. Il tempo della seduta dipende molto dalla finalità e dagli obiettivi, dall’età, dalla prestanza atletica e dall’abitudine allo stimolo della persona. Esposizioni di 30 minuti, fra sollecitazione attiva e tempi di recupero, sono considerate molto intense, soprattutto per l’attivazione massiccia del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico. Nel complesso, il tempo di recupero fra un esercizio vibratorio e l’altro dovrebbe impegnare fra il 60 e il 40 % dell’intera seduta. Di solito gli esercizi vanno dai 30 ai 60 secondi con una pausa di recupero della stessa durata fra l’uno e l’altro.

Francesco Perticari