lunedì 14 settembre 2009

La valutazione psicologica del cliente

Fare il personal trainer è appassionante e coinvolgente perché consente di creare relazioni ed entrare in contatto con le persone, aiutandole a raggiungere i propri obiettivi.
La conoscenza delle tecniche d’allenamento, dei principi dell’alimentazione, della fisiologia, della corretta postura e della bio-meccanica applicata agli esercizi è indispensabile in questo lavoro.
E’ molto importante anche l’abilità imprenditoriale ed una certa predisposizione alle relazioni interpersonali da coltivare e migliorare attraverso lo studio dei principi della comunicazione. Le parole creano immagini che attivano processi mentali ed interagiscono con il mondo dell’altro. Secondo le parole che usiamo, e di come le usiamo, possiamo essere più o meno efficaci. Prima di scegliere la forma della comunicazione è necessario individuare il profilo del nostro interlocutore attraverso l’osservazione del comportamento e del suo linguaggio. Tutti noi rientriamo all’interno di fondamentali modelli comportamentali derivanti dall’interiorizzazione delle nostre esperienze di vita e dai principi a cui facciamo riferimento.

Uno dei primi elementi di valutazione per comprendere il nostro interlocutore ed orientare il miglior approccio è capire se ci troviamo di fronte ad una persona tendenzialmente proattiva o tendenzialmente reattiva.
La persona pro-attiva è quella che si sente maggiormente protagonista della propria vita e pensa d’essere responsabile dell’esperienza che sta attraversando. Chi rientra in questa categoria parla in prima persona facendo riferimento alle proprie scelte e usa spesso termini come “io ho fatto…”, “ho deciso…”, “io desidero…”. Prende decisioni molto velocemente prediligendo un mondo di pensare sintetico.
All’opposto, il linguaggio della persona tendenzialmente reattiva tende ad esonerarla da qualsiasi tipo di responsabilità facendo notare un modo di pensare alla propria esistenza come una conseguenza d’inevitabili eventi esterni. Il reattivo pone l’accento continuamente ad una condizione subordinata e completamente fuori dal proprio controllo, con frasi del tipo: “Non posso farci niente…”, “sono fatto così…”, “devo…”, “ se soltanto…”.
Classificare all’interno di queste due categorie non ci serve per conoscere realmente le persone e tantomeno non deve rappresentare un giudizio di valore su di loro. Ci serve sostanzialmente a capire i loro comportamenti per adottare una corretta strategia di comunicazione in grado di aiutarle efficacemente a raggiungere i loro obiettivi. Per un PT Sbagliare l’approccio comunicativo non solo può rallentare i risultati o vanificare le giuste scelte tecniche ma può determinare la perdita del cliente che non si sente adeguatamente supportato a trovare la giusta motivazione.
Ad esempio con un cliente proattivo dovremo lavorare su un rapido e deciso stimolo motivazionale, senza scendere troppo sul dettaglio tecnico. Una modalità del tiro “fallo e basta” spronandolo con traguardi ambiziosi e affermazioni piuttosto decise e concrete con una forte spinta all’azione.
Se usaste il medesimo metodo con il cliente reattivo, rischiereste di perderlo dopo poche sedute. E’ una persona apparentemente indecisa con la necessità di capire bene quello che sta facendo e di analizzare approfonditamente la situazione. Occorre prendere in considerazione varie metodologie di lavoro ed elaborare un programma dettagliato e condiviso, frutto di un confronto attento e razionale. Il cliente reattivo ha bisogno di essere convinto da motivazioni più che valide e tenderà sempre a cercare la rassicurazione di validi argomenti in tutto quello che gli sarà proposto. Prenderlo per mano, esaminando con lui pro e contro delle eventuali strategie d’allenamento, è indispensabile per ottenere risultati.

Francesco Perticari

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