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mercoledì 27 aprile 2011

La mente: limiti e potenziale nella pratica dello yoga

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La  mente  è  la  causa  della  dipendenza  dell’uomo dagli oggetti e, pertanto, è la causa della sua difficoltà nel cammino dell’autorealizzazione

La mente toglie all’uomo la libertà, perché si attacca agli oggetti sensuali attraverso i sensi e pensa costantemente agli stessi. Se la mente viene controllata, anche i sensi allora vengono controllati e così smette di pensare agli oggetti come a un’indispensabilità per la propria vita. 

Una delle abitudini della mente è divagare: la mente non può concentrarsi su un solo punto, perché è eterea. Tuttavia, grazie ad essenziali ed adeguati accorgimenti, la mente può essere controllata e anche dominata



E’ il desiderio che rende la mente inquieta: il desiderio è alimentato dai sensi sollecitati dagli oggetti e la mente segue i sensi proprio come il cane segue il padrone. 

L’antidoto a questa mente vagante è il controllo dei sensi, che porterà all’automatico controllo dei desideri e all’automatica pratica della concentrazione. All’inizio è importante portare ripetutamente la mente sullo stesso punto o oggetto, limitando i suoi movimenti a una piccola sfera. Verrà poi un tempo in cui la mente si concentrerà solo su un punto: ciò sarà il frutto di una pratica costante e prolungata, non turbata dall’attardarsi dei risultati concreti né fermata da uno stato di malattia. 

La serietà, la pazienza e la costanza condurranno al traguardo.

martedì 15 dicembre 2009

ELEMENTI DI BASE DELLO YOGA

L’uomo desidera la felicità. Egli rifugge dal dolore e, pertanto, fa ogni sforzo per ottenere la felicità; tuttavia, egli rimane intrappolato dall’immagine offertagli dai mass media, i quali lo trascinano sempre più nella rete degli oggetti esterni che non hanno alcun briciolo di quella felicità che egli sta rincorrendo. Il raggiungimento della felicità è compreso negli elementi di base dello Yoga, i quali contemplano la fiducia in sé stessi, la disciplina a formarsi opinioni personali, l’esercitazione all’autocontrollo e al dominio su sé stessi.

Questa disciplina soltanto porterà alla felicità interiore, la quale nascerà dalla consapevolezza che un centesimo di piacere è mescolato con tanti centesimi di dolore e che quello che è piacere per uno può essere dolore per un altro come accade, ad esempio, con il latte che, da alcuni, è ben tollerato mentre ad altri provoca reazioni allergiche.
Per avallare questa tesi con una particolare riflessione sulla vita, a questa voce di saggi scienziati Yogi si unisce anche la voce della saggezza del mondo semplice, senza alcuna cultura libresca, secondo cui la vita è come la rosa. La rosa ha lo stelo tutto cosparso di spine; anche le foglie hanno le spine e soltanto alla fine c’è il bocciolo, la rosa, che tanto bella appare e tanta gioia dà ma che allo stesso tempo punge con l’una e/o l’altra spina. La bellezza e la durata della rosa sono brevi; rimangono le spine anche a stelo e foglie secche. Affinché la rosa sia viva permanentemente e le spine non pungano, è necessario guardare al di là del congiunto fisico. Lo stesso vale per la vita: la vita punge da ogni parte e a tempo inaspettato e le gioie sono poche, oltre che passeggere.

Stefano Roca


Stefano Roca

La Filosofia dello Yoga nella Didattica Interdisciplinare

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ISBN: 8887162913

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