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mercoledì 27 aprile 2011

La mente: limiti e potenziale nella pratica dello yoga

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La  mente  è  la  causa  della  dipendenza  dell’uomo dagli oggetti e, pertanto, è la causa della sua difficoltà nel cammino dell’autorealizzazione

La mente toglie all’uomo la libertà, perché si attacca agli oggetti sensuali attraverso i sensi e pensa costantemente agli stessi. Se la mente viene controllata, anche i sensi allora vengono controllati e così smette di pensare agli oggetti come a un’indispensabilità per la propria vita. 

Una delle abitudini della mente è divagare: la mente non può concentrarsi su un solo punto, perché è eterea. Tuttavia, grazie ad essenziali ed adeguati accorgimenti, la mente può essere controllata e anche dominata



E’ il desiderio che rende la mente inquieta: il desiderio è alimentato dai sensi sollecitati dagli oggetti e la mente segue i sensi proprio come il cane segue il padrone. 

L’antidoto a questa mente vagante è il controllo dei sensi, che porterà all’automatico controllo dei desideri e all’automatica pratica della concentrazione. All’inizio è importante portare ripetutamente la mente sullo stesso punto o oggetto, limitando i suoi movimenti a una piccola sfera. Verrà poi un tempo in cui la mente si concentrerà solo su un punto: ciò sarà il frutto di una pratica costante e prolungata, non turbata dall’attardarsi dei risultati concreti né fermata da uno stato di malattia. 

La serietà, la pazienza e la costanza condurranno al traguardo.

giovedì 31 marzo 2011

L'Osteopatia... cos'è?

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L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, ect..) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraversomanipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la  prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano l'apparato neuro-muscolo-scheletrico.Inoltre a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l'osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all'individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.


Dal "World Osteopathic Health Organization" (WOHO):
 L'osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento.Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla tendenza intrinseca del corpo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.I dolori accusati dai pazienti risultano da una relazione reciproca tra i componenti muscolo-scheletrici e quelli viscerali di una malattia o di uno sforzo.

I principi dell’osteopatia:

Unità del corpo
Come metodologia olistica (dal greco olos=tutto) l'osteopatia considera l'individuo nella sua globalità: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell'intera struttura, dunque, l'equilibrio psicofisico e il benessere.
Relazione tra struttura e funzione
 Un corretto equilibrio tra struttura e funzione regala al nostro corpo una sensazione di benessere. Qualora tale equilibrio venga alterato (a causa di un trauma per esempio) si parla di disfunzione osteopatica, ossia di una restrizione di mobilità e perdita di movimento in una parte del nostro corpo (ossa, muscoli, organi, etc..).
Autoguarigione
 In osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello favorire la capacità innata del corpo ad auto curarsi.

Le tecniche osteopatiche:

Il trattamento osteopatico si avvale di innumerevoli metodidi applicazione e tecniche di trattamento. Gli osteopati le utilizzano indifferentemente in funzione delle necessità terapeutiche, pertanto tale classificazione è puramente indicativa.

Tecniche strutturali
 La tecniche strutturali sono definite tali poiché ristabiliscono la mobilità della struttura ossea.La specificità e la rapidità delle manipolazione consente il recupero della mobilità articolare. Hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata.

Tecniche craniali
 Le tecniche craniali agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio, ristabilendone il normale “meccanismo respiratorio primario”, ossia quella combinazione di parti ossee, legamentose, muscolari, e fasciali che consentono il riequilibrio e l’armonia delle funzioni craniosacrali. Con queste tecniche si agisce in particolare sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno.

Le tecniche viscerali
 I visceri si muovono in modo specifico sotto l'influenza della pressione diaframmatica. Questa dinamica viscerale può essere modificata (restrizione di mobilità) o scomparire. Applicando una tecnica specifica, l’osteopatia permette all'organo di trovare la sua fisiologia naturale ed i disordini legati alla restrizione di mobilità saranno così corretti. Inoltre esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica; una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa. Si possono trovare, in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell'utero. Il trattamento osteopatico mira, con tecniche indirette attraverso l'addome ed il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.

Quando e dove nasce?

La pratica della medicina osteopatica iniziò negli Stati Uniti nel 1874. Il termine "osteopatia" fu coniato dal dottor Andrew Taylor Still, un medico con formazione allopatica nato nel1828 nello stato della Virginia. Still viveva in Kansas, vicino a Baldwin City, ai tempi della guerra civile americana, e proprio qui sviluppò la pratica dell'osteopatia. Still imparò da apprendista, come accadeva per molti dei medici del tempo, e fu assunto come dottore di guerra nell'esercito degli Stati Uniti durante la guerra civile. Gli orrori delle ferite nei campi da battaglia e la successiva morte della moglie e di diversi bambini a causa di malattie infettive lo lasciarono completamente disilluso riguardo la pratica tradizionale della medicina. Still sentiva le pratiche mediche del suo tempo come inefficaci, addirittura barbare. Preoccupato da ciò che lui vedeva come problemi all'interno della professione medica, Still fondò la pratica osteopatica. Usando un approccio filosofico alternativo, si oppose all'uso delle droghe e della chirurgia come rimedi, riservandone l'uso ai casi in cui fossero l'unica cura conosciuta per una certa condizione, come un antidoto lo è per un veleno o l'amputazione per una cancrena. Riteneva il corpo umano capace di curarsi da sé, e che il compito del medico fosse quello di rimuovere ogni impedimento alle normali funzioni di ogni individuo. Promuoveva uno stile di vita e un'alimentazione salutare, astinenza da alcool e droghe, e usava tecniche manipolative per migliorare le funzioni fisiologiche.

Andrea Gasperoni Ferri 

Per approfondire:

 http://www.cresonline.it/http://www.registro-osteopati-italia.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Osteopatia
http://www.tuttosteopatia.it/