martedì 22 aprile 2014

I tipi di telaio nella Mountain bike





Pubblico questo articolo dell'amico Bicio Fabrizio Montalti di Cesena e lo ringrazio ancora della collaborazione per l'integrazione del libro.


TELAI HARD TAIL (FRONT SUSPENDED)
Questo tipo di telaio è un classico ed è tuttora il più diffuso. È predispo­sto per essere utilizzato con forcelle rigide e ammortizzate con escursioni comprese tra 80 e 100 mm. I materiali utilizzati per la costruzione di questa struttura sono sostanzialmente quattro:


·         alluminio


·         carbonio


·         titanio


·         acciaio


Con l’alluminio si ottiene una costruzione rigida e discretamente leggera. È infatti di larga diffusione nelle gamme entry level della maggior parte dei produttori grazie al suo ottimo rapporto qualità prezzo.


Il carbonio ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni sia in fatto di caratteristiche tecniche sia nella richiesta di mercato. È forse il materiale ritenuto più adatto alla costruzione di telai, in quanto permette di gestire le caratteristiche meccaniche in modo molto mirato, nonché di ottenere il miglior rapporto tra resistenza e leggerezza. È senz’altro il materiale al mo­mento più in voga per questo tipo di settore.


Il titanio è tra le leghe metalliche la più nobile. Ha delle capacità di assor­bimento ineguagliabili e oltre a essere discretamente leggero, ha la fama di mantenere le caratteristiche meccaniche immutate nel tempo. Viene saldato in ambiente inerte e le saldature, se fatte da mani esperte, sono quasi invisi­bili. Rimane un materiale di nicchia, soprattutto per i costi.


L’acciaio è un materiale storico, ottimo per la propria capacità di assor­bimento e il conseguente comfort che è in grado di conferire alla guida del­la mountain bike. Non è certo tra i materiali più leggeri, ma sicuramente è molto resistente e duraturo nel tempo. È solo per una ristretta nicchia di costruttori e utenti.


TELAI BIAMMORTIZZATI (FULL SUSPENdED)

Questo tipo di telaio è tecnicamente più complesso rispetto al front su­spended, in quanto è sviluppato per avere un ammortizzatore anche nella parte posteriore. Negli anni sono stati sviluppati innumerevoli schemi di sospensione in grado di fornire maggiori performance sia nella guida in di­scesa che nei tratti pedalati in salita. Alcuni di questi sistemi ammortizzanti sono proprietari di marchi leader mondiali, altri sono coperti da brevetto e sono comunque di larga diffusione. Virtual pivot point, Horst link, D.W. link e Maestro sono solo alcuni tra i tanti schemi di sospensione adottati attual­mente. Per quel che riguarda le corse ammortizzate si parte da 80-90 mm fino ad arrivare a oltre 200 mm.


Ogni valore di corsa appartiene a un ambito di utilizzo ben preciso. Entro i 100-115 mm siamo in ambito cross country marathon, tra i 120 e i 140 mm entriamo nel cosiddetto all mountain o trail bike, da 150 a 180 mm si parla di attività enduro o freeride, per finire nei 200-220 mm del downhill. I materiali utilizzati per la costruzione di questi complicati mezzi da fuoristrada sono prevalentemente l’alluminio e il carbonio. Come nelle front suspended, la scelta di uno o dell’altro incide sul peso, la guidabilità e il prezzo finale del prodotto.
Dove si va alla ricerca di mezzi particolarmente leggeri il carbonio è di largo utilizzo, anche se prevale negli ambiti dove le escursioni ammortizzate arrivano a 140-150 mm. Per le discipline più “spinte” l’alluminio è ancora il materiale preferito. Grosse sezioni, tubi idroformati, fazzolettature di rinfor­zo e vistose saldature sono le peculiarità che rendono questo metallo pregia­to così adatto alla costruzione dei telai freeride e downhill.
29 POLLICI: L’EVOLUZIONE DELLA RUOTA

I telai di cui si parla in questo capitolo, esclusi quelli da freeride e downhill, si suddividono a loro volta in due gruppi. Fino a pochi anni fa lo standard unico o quasi era quello equipaggiato con ruote da 26 pollici. Negli ultimi anni si è aggiunto un nuovo standard di diametro ruote: lo standard 29 pollici. Questo modo di intendere la mountain bike si pre­senta come una valida alternativa per chi avesse l’esigenza di avere ruote più proporzionate a telai di grande taglia, nonché un tipo di guida più scorrevole e stabile nell’affrontare le asperità del terreno. Va detto che questo tipo di bici si colloca sul panorama del fuoristrada con l’intento di rivoluzionare anche parzialmente le abitudini di tutti coloro che pratica­no questo affascinante sport. Per ora è ristretto agli ambiti cross country, marathon e all mountain, ma in un futuro ci si aspetta qualche esperi­mento anche in settori più estremi come l’enduro e il downhill.


 
La Mountain Bike - Tecnica e Allenamento

Running: come si corrono i fartlek?



"Cominciate come fareste con una corsa a ritmo uniforme: correte lentamente per circa dieci minuti, poi fermatevi e fate qualche allungamento. Riprendete a correre e accelerate; non dovete fare sprint, correte semplicemente in modo energico, ma soprattutto più veloce del ritmo di gara. Scegliete un albero o un altro punto di riferimento in lontananza e raggiungetelo correndo in modo veloce ed energico. Quando arrivate, rallentate con una leggera corsa di recupero. Quando siete pronti, scegliete un altro obiettivo e fate di nuovo la stessa cosa.

Fate in modo che ogni esercizio sia diverso. Variate la velocità, la distanza e il tipo di terreno su cui correre. Variate il tempo di recupero. Mantenete gli sforzi più pesanti tra i 20 secondi e i 3 minuti e tra l’uno e l’altro fate una corsa leggera.



Alternare corse brevi e più veloci (al massimo di un minuto) con tempi di recupero lunghi è un modo per lavorare sulla pura velocità, che potrebbe anche non essere il vostro principale obiettivo. Correre quasi alla stessa velocità ma con tempi di recupero più brevi (meno di un minuto, possibilmente 30 secondi) insegna al vostro corpo a recuperare velocemente e a liberarsi in parte dell’acido lattico, quella sostanza che vi rallenta e vi fa “bruciare” le gambe.

Quando fate dei recuperi brevi, il vostro corpo si adatta e aumenta il livello della soglia anaerobica, il livello di sforzo oltre al quale i muscoli cominciano a usare più ossigeno di quello che il corpo riesce a introdurre, assorbire e trasportare. Rimanete in debito di ossigeno mentre i muscoli producono più acido lattico di quello che il corpo riesce a sopportare. Se riuscite ad aumentare il livello della soglia anaerobica – in altre parole, se riuscite a correre più veloci senza accumulare acido lattico e a disperderlo più rapidamente – avrete un grande beneficio, un beneficio che non potete ottenere con una corsa a ritmo uniforme.

Correre con sforzi più prolungati, tra i 90 secondi e i 3 minuti ciascuno, vi permette davvero di sviluppare la resistenza di velocità; ovviamente dopo dovrete fare recuperi più lunghi, possibilmente di tre minuti.



Qualcuno pensa che le sessioni di velocità siano troppo “serie”, tutto lavoro e niente divertimento. Non c’è niente di più lontano dalla verità. Allenatevi con i vostri amici e scoprirete che possono essere divertenti e allegre, molto simili a un gioco. Allenarsi in compagnia aiuta tutti: le sessioni di velocità sono più facili e molto più divertenti e le corse di recupero leggere diventano un’occasione per chiacchierare e scherzare tra uno sforzo pesante e l’altro. Andate avanti a turno e imparate, sugli altri ma soprattutto su voi stessi. Il fartlek è il modo migliore per sperimentare e scoprire quello che sapete fare e questo, a sua volta, vi permette di pianificare, identificare le vostre forze e debolezze, cambiare e adattare il vostro allenamento per renderlo più specifico e, ovviamente, stabilire le strategie di gara contro altri corridori che avranno forze e debolezze diverse dalle vostre.

Le sessioni di fartlek possono anche essere adatte facilmente a gruppi di corridori con capacità diverse. Assicuratevi soltanto di iniziare e finire nello stesso momento, in modo che ognuno abbia accesso alla stessa quantità di recupero. Dopo ogni esercizio i corridori più veloci possono riunirsi a quelli più lenti con corse leggere. Questo tipo di allenamento vi lascia più freschi e stimolati di una corsa di fondo a ritmo uniforme.

Un modo per fare fartlek con gli amici è guidare il gruppo a turno. Correte con sei o otto amici in fila indiana, a una distanza di 10-15 m. gli uni dagli altri. Il corridore in fondo alla fila deve aumentare il ritmo per superare il gruppo e guidarlo, per poi tornare a una corsa a ritmo uniforme. Poi sarà il corridore seguente a passare in testa, e così via; superare uno alla volta i vostri compagni vi darà una buona sensazione. Quando arrivate in testa al gruppo, rallentate e recuperate. Il fartlek vi fa sentire parte di una squadra dove ci si aiuta a vicenda, anziché competere uno contro l’altro.

Un modo più aggressivo per fare una sessione di fartlek con un piccolo gruppo di corridori di capacità simili è eseguire lo stesso esercizio ma senza sapere quanto lontano andrà chi si trova in testa e a quel ritmo. Il vostro compito sarà semplicemente di stare al suo passo. Non sapete se correrà 50 o 500 m., né se manterrà un ritmo uniforme o lo accelererà sempre di più. Quando il capofila decide di fare una pausa, non sarà lui ma il corridore successivo a decidere quanto durerà la corsa di recupero, e poi sarà il turno di quel corridore guidare il gruppo, di nuovo alla velocità e alla distanza che desidera. Diventa un gioco di bluff e contro-bluff, un poker di corsa, ed è esattamente in questo che consiste gareggiare.

Questo tipo di allenamento non solo aiuta la forma fisica, ma è anche un ottimo modo per prepararsi a una gara e sviluppare delle strategie.

Ci sono infiniti modi per fare fartlek. Siate creativi, correte come vi va. State lavorando sulla velocità, è vero, ma non dimenticate di divertirvi. Ricordatevi anche delle abilità: provate qualche volta ad andare più veloci aumentando solo il ritmo e mantenendo la stessa falcata di quando correte lentamente."

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 Testo tratto dal libro:



L'arte di Correre Veloci - Libro

venerdì 18 aprile 2014

Dal FIBO 2014

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 Il FIBO è la piu interessante fiera internazionale del settore Fitness e mai come quest'anno ha registrato un così alto numero di partecipanti. Migliaia di persone si sono date appuntamento all'inizio di aprile a Colonia per immergersi anima e corpo (è proprio il caso di dirlo) nell'onda delle tendenze di questo straordinario settore che sembra vivere un momento di crisi solo in Italia.



Per fortuna io c'ero e ho visto... cose che voi umani.... Scherzi a parte! Ciò che mi ha colpito è rendermi conto della strada originale, anomala, ma in qualche modo anche prevedibile, nella quale il Fitness si sta incamminando. 



Le parole d'ordine sono: semplicità, impegno e motivazione.

Semplicità. Il padiglione più entusiasmante è stato quello dell'allenamento funzionale in cui la fanno da padrone le aziende, spesso guidate da atleti e non più dai classici imprenditori con pancetta e abito blu, che propongono grezze e robuste pavimentazioni in gomma riciclata, spartane functional cage, bilancieri e accessori. Qui si poteva respirare l'aria salubre della fatica e del divertimento e nello stesso tempo rendersi conto della facilità con cui si può rimanere in forma. Gli animatori degli stand assieme ai clienti si esibivano in accattivanti training a circuito, fonte d'ispirazione per i miei prossimi allenamenti.

Impegno. la grande illusione che si possa dimagrire e avere un corpo decente solo iscrivendosi in un centro Wellness da 3000 mq. dotato dei migliori tapis roulant e di macchine isotoniche che sembrano esoscheletri di un film di fantascienza, sembra scomparire insieme al grasso in eccesso di chi almeno per qualche mese ha provato il Freeletics. Anche nel nostro settore, come nel web, sono i contenuti a farla da padrone. Non più infrastrutture e tecnologia, solo competenza e scientificità, meno socializzazione fine a se stessa più obiettivi precisi da raggiungere.

Motivazione. lo dico a tutti i personal trainer che incontro nel cammino professionale: "non siete solo dei tecnici ma dei facilitatori di auto-motivazione". Se si riuscità a capire l'importanza del coaching in questo settore (come penso stia avvenendo) potremmo fare un salto in un futuro nel quale sempre più persone si renderanno responsabili della propria salute e quindi della propria forma fisica.

Io ci credo e tutto questo l'ho percepito a Colonia.


venerdì 26 luglio 2013

Dalla bibbia del Functional Training

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Credo sia interessante poter leggere l'introduzione del libro "Allenamento Funzionale" dell'amico Guido Bruscia, uno dei più competenti e preparati trainer italiani di questa straordinaria disciplina.


 "Quando parliamo di formazione, ci riferiamo a un sistema di conoscenze in continuo divenire che riguarda diversi campi del sapere.

L’attività in palestra implica la conoscenza di nozioni di fisiologia, anatomia e biomeccanica. Unitamente a questi, anche l’alimentazione e la supplementazione hanno dimostrato di avere un’influenza sulla performance sportiva e sui risultati non solo a fini prestativi.


Negli ultimi anni, inoltre, diversi studi hanno ribaltato parecchi concetti e luoghi comuni legati al mondo dello sport.


La conoscenza è un percorso imperfetto, fatto di tentativi ed errori.
A questi fatti si aggiunge, ovviamente, la pratica degli esercizi, una scienza empirica per nulla scontata. Contrariamente a quanto si crede, la pratica non ci rende perfetti: la pratica perfetta ci rende perfetti.


Lo scopo della formazione è creare professionalità, parola che, oggi come mai prima, assume un valore fondamentale nella valutazione di un istruttore. Il professionista è colui che fornisce una prestazione unica. Non dimentichiamolo.


Avvertenze

Il testo è stato scritto per un facile apprendimento.Per questo motivo ho tralasciato temi non strettamente attinenti all’argomento e “sacrificato” la definizione puramente tecnica di molti concetti a favore di un linguaggio più diretto e immediato. Il “medichese” non aiuta l’assimilazione delle nozioni.

Propositi

Nel 2004, in una convention per personal trainer, ho tenuto una lezione dal titolo: “Allenamento Funzionale per gli arti inferiori: una nuova prospettiva”. Nel corso degli anni successivi ho approfondito l’argomento “funzionale” confrontandomi con i vari “guru” in America, Spagna, Svizzera, Germania, Slovenia e Italia.


L’allenamento funzionale cambia la vita. Non la vita sportiva, fatta di performance e ricerca della prestazione ottimale o, a seconda, di ipertrofia e corpi ipertonici. Semplicemente rende le persone migliori, più attive, forti e resistenti.


Poche settimane e vi accorgerete che il vostro stato di salute sarà diverso, che la vostra efficienza fisica e il benessere di cui godete oggi avranno raggiunto altri traguardi. Tutto questo è il risultato di un’ottimizzazione di fattori che contribuiscono a costruire un corpo nuovo.


Non si tratterà solo di essere tonici, sarà la consapevolezza di essere per la prima volta “efficienti”.


Il corpo come un abito su misura: il posto più bello dove abitare.


Non avete che da provare."


Allenamento Funzionale - Libro

martedì 7 maggio 2013

Il tappeto elastico: benefici effetti!


Rimbalzare e saltare su un trampolino  può aiutare ad aumentare il metabolismo fino a 20% in più di un lavoro comparabile a terra. Il trampolino è il modo più divertente ed efficace per rimettersi in forma rapidamente senza affaticare le articolazioni o la schiena. Il Rebounding è inoltre un allenamento in grado di stimolare in maniera forte il sistema linfatico, cioè l’insieme di meccanismi che regolano il funzionamento delle cellule.

Quando ci si allena con il trampolino è possibile fare un training per la salute generale dell’organismo (praticato prevalentemente con entrambi i piedi a un ritmo medio, usato soprattutto come riscaldamento o allenamento iniziale per soggetti neofiti), un allenamento per rafforzare tutto il corpo (eseguito con entrambi i piedi contemporaneamente ma in maniera più forte rispetto al precedente), il Rebounding aerobico (eseguito a piedi alternati, ottimo sotto il punto di vista cardiaco), il Rebounding da seduto, eccezionale per rinforzare la parte centrale del corpo (addominali, lombari ed erettori spinali) o per allenare persone diversamente abili.




Benefici
• Controllo del peso corporeo;
• Aumento del tono muscolare senza stress per le articolazioni;
• Aumento dell’elasticità della pelle con vantaggi anche a livello estetico;
• Adatto a tutti senza nessuna controindicazione: donne, uomini, anziani, bambini;
• Adatto per sessioni di riabilitazione al fine del recupero della funzionalità muscolo-scheletrica e della coordinazione neurale;
• Eccezionale per migliorare le capacità di coordinazione ed equilibrio anche come lavoro propedeutico per altri sport;
• Ottimo lavoro cardiovascolare;
• Economico, funzionale, pratico e duraturo;
• Consente di eseguire un magnifico allenamento anche rimanendo comodamente tra le quattro mura domestiche;
• Consente una varietà di movimenti in pratica infiniti;
• È divertente ed efficace, permette di massimizzare i risultati riducendo in maniera sostanziale i tempi di allenamento;
• È indicato nella lotta alle vene varicose. Le cause principali di questo disturbo sono la cattiva circolazione sanguigna e la scarsa elasticità dei tessuti venosi. Il Rebounding è in grado sia di eliminare le vecchie cicatrici causate dalle vene varicose sia di impedire che se ne formino delle altre;
• Aiuta a controllare la vescica riducendo i disturbi legati all’incontinenza (irrobustisce i muscoli del pavimento pelvico);
• Aiuta a migliorare l’aspetto dei seni femminili. Spesso nella lotta ai seni cadenti si usa rinforzare i muscoli del petto che, rassodandosi, tendono a rendere migliore l’aspetto generale del torace. Con il Rebounding si agisce direttamente a livello delle fibre proteiche del collagene che costituiscono i tessuti che sostengono il seno;
• Straordinario per l’allenamento dei bambini in età pre-scolare. Aiuta il bambino a sviluppare forza muscolare e soprattutto coordinazione e propriocezione.

Tipi di allenamenti Rebounding
• Rebounding per la salute: allenamento dolce a piedi uniti utile come riscaldamento o come introduzione alla pratica;
• Rebounding per il rafforzamento: allenamento più intenso eseguito sempre a piedi uniti. Si può praticare anche con manubri, cavigliere, elastici, sbarra da muro (posta tra gli stipiti della porta);
• Rebounding aerobico: si esegue solitamente a piedi alternati, è efficace come allenamento cardio-vascolare;
• Rebounding da seduti: si esegue stando seduti, utile per rafforzare la zona centrale del corpo o per permettere l’allenamento anche a persone diversamente abili.

L’allenamento con il tappeto elastico può essere completato tramite l’uso di altri accessori come manubri ed elastici o integrato con altre attività. Si può eseguire una sessione di Fitboxe sul trampolino rendendo il lavoro ancora più interso e coinvolgente. Oppure è possibile utilizzare la pedana durante una normale lezione di aerobica inserendo movimenti specifici sul tappetino, per fornire motivazione sotto il profilo psico-fisico. Ancora, si può utilizzare il Rebounder per completare la preparazione atletica relativa a sport come lo sci o lo snowboard per i quali è richiesta un’elevata capacità di coordinazione ed equilibrio.


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Noi ci saremo: Padiglione C3, stand 40 presso...





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