giovedì 24 aprile 2014

Il grano saraceno


I cereali minori (riso, orzo, avena, segale, miglio, grano saraceno, farro, kamut, quinoa) attraversano un momento di grande notorietà, dovuto principalmente alle loro rilevanti caratteristiche nutritive e salutistiche. Tra i cereali, il grano saraceno spicca per le sue proprietà funzionali.



Sotto l’aspetto nutrizionale il grano saraceno vanta un contenuto elevato di carboidrati (praticamente identico a quello del frumento), con una buona concentrazione di lipidi (più elevata di quella solitamente presente negli altri cereali), un ottimo apporto in fibra solubile e un rilevante contenuto in minerali (zinco, rame e manganese). Ma quello che maggiormente distingue il grano saraceno dagli altri alimenti similari è l’apporto proteico.

Il grano saraceno ha un apporto proteico paragonabile a quello del frumento, ma di valore biologico ben superiore. Ciò è dovuto alla particolare ricchezza in aminoacidi essenziali (non prodotti dall’organismo e quindi indispensabile l’apporto con la dieta), in aminoacidi ramificati (BCAA) e in lisina.
  
Valori nutrizionali (comparazione tra il grano saraceno e gli altri cereali)

Valori                         Grano saraceno           Frumento        Riso     Orzo

Carboidrati                             70                    70.2                 79.1     72.1
Proteine                                  11                    12.5                 7.3       10.6
Lipidi                                     3.4                   2.0                   0.5       1.9
Fibra totale                             6.5                   2.4                   1.0       9.2
Di cui solubile                        5.3                   1.5                   0.9       4.4

L’ostacolo principale dell’utilizzo su ampia scala del grano saraceno è dovuto essenzialmente alla particolare difficoltà di produzione dei derivati della panificazione e pastificazione (pane, pasta, pizza, polenta). Questa difficoltà è dovuta essenzialmente alla mancanza di glutine nella cariosside (chicco) del grano saraceno, anche se non mancano prodotti locali derivati da questo cereale come appunto la “polenta nera” (Slovenia), gli gnocchi (Austria), i tagliolini (Cina) e la pasta fresca (Giappone).


In Italia vi sono prodotti (spaghettini o fidelin, gnocchetti, penne e semolini), ottenuti con farina integrale di grano saraceno, che possono venire impiegati con notevole successo, anche di gusto, in gastronomia.

Il grano saraceno contiene un amido particolarmente ricco in amilosio, il che allunga i tempi di digestione (trasformazione dei carboidrati complessi in semplici) modulandola nel tempo, con un positivo effetto di calma “insulinemica” particolarmente utile ai soggetti diabetici (tipo II) e a coloro che mirano ad una maggior definizione corporea (riduzione dei grassi localizzati).

Un ulteriore effetto benefico fornito dal regolare consumo di alimenti ottenuti con farina integrale di grano saraceno è l’apporto in rutina. Questa molecola appartenente ai polifenoli (fitonutrienti con elevata azione antiossidante), oltre a fornire un importante contributo nella regolazione della circolazione sanguigna (con effetti benefici indiretti anche sulla pressione), è uno dei fattori utili alla prevenzione delle patologie degenerative (forme tumorali). Per questi motivi è importante aumentare il consumo di grano saraceno, includendolo a rotazione nell’alimentazione settimanale.

Tratto dal libro:
 
Il Segreto della Longevità
Condividi

Nessun commento:

Posta un commento